202 giornali, gli organi del vostro partilo. Non v’è un foglio di essi che non ci riveli un inganno regio, un proclama smentito dai fatti, una promessa non attenuta, un’insidia gesuitica, un tradimento : voi stessi lamentale che l’armistizio scorre, e nulla si fa per la guerra; che nei. ministeri ad uomini inetti, o rei, se ne sostituiscono di peggiori; che è venuto di nuovo il regno delle spie . . . che ogni alto governativo è una contradizione colle parole del re: e voi pretendete poi darci a credere che indurrete i principi a secondarvi. Oh voi siete i tristi cortigiani come tristi liberali! Nel vostro accecamento non vi accorgete che tradite l’Italia studiandovi di rimetterne le sorti in mano dei re. Dei re che non sapete scusare in miglior guisa che dando loro coi vostri stessi discorsi, la patente d’imbecilli. 0 vorreste forse mormorarci sotto al mantello — come già ne’bei dì della fusione — le solite fiabe, di forzar la mano ai governi, di trar profitto dalla credulità dei principi, e aiutati da loro, lar camminare la libertà a spinte, aspettando l'occasione, la maturità dei tempi e degli uomini, aspettando l’ora che meglio potremo disfarci degli alti collaboratori? Ma noi ve! dicemmo altra volta: voi siete poveri scolari, meschini dilettanti di gesuitismo. — Deh rinunciate a codesta boria di sagacia diplomatica! voi avrete un bell’industriarvi per rubar l’arte dei Gesuiti; il vostro re e i suoi cortigiani da 24 anni nudriti del latte di Loiola, son vecchie volpi mature, e si ridono di voi. Voi siete i pilFeri di montagna; v’accostate alle corti per suonare e siete suonali. Nei vostri giornali schernite i dottori di Francoforte; e sta bene. Ma i popoli liberali della grande Germania ridono de’vostri guazzabugli costituzionali, de’voslri frastagli, della vostra credulità ... e ridono a ragione. Popoli italiani , volete voi il ritratto di codesta Chiesa politica sbucciante a Torino? guardate a Francoforte: Tassemblea de’barbassori germanici è il Daguerrotipo del nuovo sinedrio della Dora. L’una come l'altro hanno fallito al mandato imposto da Dio a tutte le intelligenze — Farai la libertà e V indipendenza dei popoli—per sostituirvi quest’altro — Conserverai le monarchie. Conservare le monarchie, e conservarle tutte. E sono gli stessi che vi predicano unità di religione, unità di comando nella milizia, quei che in politica vi dicono l’unità d’Italia, impossibile, favolosa. Poco importa poi se FItalia, se l’Europa divisa in monarchie di repubbliche rimangono per necessità in uno stato di sorda lotta, o lotta palese che genera l’infelicità dei popoli. Poco importa se ridotti dai tradimenti de'monarchi allo stremo, è gioco forza ricorrere per soccorso ad una Repubblica, onde averne un inevitabile rifiuto. Giacché — abbiatelo per certo, o Italiani — la Francia rifiuta di scendere armata in vostro aiuto per ciò che voi vi deste a Carlo Alberto, a Pio IX, a un Borbone, nemici acerrimi, irreconciliabili della repubblica. La Francia non potè accudire alla vostra chiamata, perchè voi vi spogliaste del diritto di chiamarla, trasmettendo il diritto sovrano dei popoli in un re, parente e servo di casa d’Austria, levita dei Gesuiti e secondino delle porte d’Italia. La Francia che voi, credendo a fallaci parole cortigianesche, credeste da lui più e più volte invitata a calare le Alpi, fu sempre da lui temuta e respinta.