402 » Tedesco: tu ridi; io piango: ma guarda che non li si so (Toc hi il riso nella strozza, e la mia lagrima cadendo su te, non li avveleni. » Tedesco! Tu mi hai involato il lucile che la sventura o l’altrui colpa mi avevano fatto cadere di mano; ma non importa. » Aguzzerò dì e notte sullo spento focolare il coltellino con cui taglio il pane nero : chè il pan bianco tu me l'hai rubato. » Poi se la tua bomba me lo strapperà dal pugno, mi li avvitic-chierò, o Tedesco: colle ugne li squarcierò il petto, e ne strapperò il cuore; potrò ben guardarvi entro e vedervi perchè sta inaccessibile al soffio della indipendenza. » Allora fra le tenebre rientrerà il padre ed il fratello e si uniranno con me: oh! allora tu sarai morto, o Tedesco! » Brilleranno in quell’ora le verdi mie praterie: le rosseggiatiti tue viscere palpiteranno su di esse: io ebbro della vendetta compiuta coprirò di bianca spuma le une e le altre. » Ridi, o Tedesco : sarà quel bianco, rosso e verde che non illanguidirà mai, mai, mai! » Tedesco, ridi che or rido anch’io. Ma è il riso del frenetico. Foggilo ! fuggi! fuggi! » 23 Ottobre, IL GOVERNO MOITOMO DI WEZIL Considerato che Italia ed Ungheria debbono far causa comune, perchè mirano allo stesso scopo d’indipendenza nazionale ; Considerata l’opportunità di dare un segno patente della fratellanza che ha da congiungere questi due popoli generosi, Decreta: 4. Si forma in Venezia una Legione Ungherese di tutti i militi e cittadini di quella nazione che qui si trovano, o qui concorressero per esservi ascritti. 2. La costituzione ed il trattamento del corpo saranno come nelle Tenete Legioni d’infanteria: l’uniforme alla foggia ungarica. 3. L’arrolamento è obbligatorio finché duri la guerra dell’ indipendenza italiana. 4. Agli Ufficiali e sotto Ufficiali saranno conservati i gra-di che documentassero aver ricevuti in altri eserciti di Europa. 5. Domani i soldati ungheresi, che qui si trovano alla