354 Ma, questa magnanima ispirazione insurrezionale col cousiglio non solo, ma coi fatti la porga ai popoli del vicino continente la immortale Venezia. Italia, Europa, il Mondo su Lei riflettono sguardi di ammirazione e di omaggio. La veneranda Matrona, sempre grande in ogni età, arrivò all'apice della gloria nell’età presente. Sì, Venezia è ora onorala e benedetta dal labbro di tulli gl’inciviliti abitatori dell’universo. La Signora dei quattordici secoli, per la ferocia degli antenati di quei mostri che ora l’alta Italia devastano, creò sè medesima, nò diritto su Lei di dominio per remota appartenenza, o per titoli dinastici poteva vantare alcuna Imperiale o regale Signorìa. Dopo tant’epoca fu convenuto l’abbominevole ladroneccio; e Campo Formioj che meglio potria nomarsi Campo d’infamia, fu il sozzo lupa-naro, ove lavile austriaca manutengola stipulò l’iniquo trattato; e per tal furto esecrando la temeraria spiega la folle audacia di qualificarsi investita del santo e giusto diritto di esercitare su questa Venezia tirannica perpetua dominazione. Ma la maestosa regina dell’Adria, la Signora dei quattordici secoli rimarrà indipendente, libera, inviolata (se lo vuole) lino alla consumazione dei secoli, perchè cinta dalla fatai laguna e cosi fatta da natura imprendìbile, perchè coronata dalla tremenda ghirlanda di cinquanta fortezze intrecciale da mille bronzi ignivomi sulla terra e sul mare fulminanti. Bombarda pure, o balordo Tedesco, questa laguna! Tu mi ascolti quattro miglia da qui lontano; ma se l'eroico palpito dei cuori cittadini non si estingue, sei da qui lontano ben le mille e mille miglia. Animiamo dunque con tutti i mezzi che stanno in nostro potere i fratelli del continente all’insurrezione, alla strage, al generale massacro del barbaro nemico. Se poco finora per noi àvvi a temere, porgiamo a questi oppressi fratelli aiuto e coraggio. In confronto alle angoscie, ai dolori ed allo strazio di que’miseri oppressi, oh quanto siamo noi fortunati ! Colle busse e coi calci i nostri fanciulli ànno fugato per le intralciate vie di questo magnifico labirinto gli esosi Croati. Coi soli gridi, urli e fischi, e quasi senza effusione di sangue, i» brevi istanti abbiamo rivendicata e rimessa la patria nel suo sacro antico dominio, per poscia aggregarla come sorella alla unita Italiana famiglia. Veneziani ! andate superbi della vostra facile riconquista. Alimentate sempre in cuore una nobile ambizione, e dite: In poche ore abbiamo riedificata l'opera di tante generazioni. Giuriamo a qualunque costo di conservarla. Ma, se finora pochi disagi soffrimmo, l’ampio partito austriacante divulga spesso una querimonia che genera il mal umore, e potrebbe esser fonte di popolare agitazione. Delitto è il solo lagno, perchè dannoso alla causa santa; lagno finora per noi ingiusto. S’infliggano severi castighi a chi semina il malcontento! Sia infamato chi non sopporta sagrilìzii per la patria! Costui non è nè Veneziano, nè Italiano; costui è comune nemico.