482 Poi ridi cose orribili : Erano tronche voci, Ocelli stravolti, livide Faccio, bestemmie atroci, Esule tutto un popolo, Questo supremo addio Lasciava al suol natio, Perchè al domani l’aquila Fu sventolar veduta Sovra Milan venduta. Bla ledi zi on all'idolo Ed a chi in lui credè! Dio li difenda e il popolo : Li hanno venduti i re. Ma fra le rive adriache Vive una gran Mendica; Vive tra i fiotti e 1" alighe Perch’è del mar F amica. Adorò aneli’essa l’idolo, Ma con amor di sposa Che maritar ritrosa: Rimandò i falsi apostoli Il di del vii mercato, E ha pe’ suoi mar giurato Entro i suoi mar sommergere Quei che l’avevan data, Quei che l’avean comprata. Salve, fatai Venezia, E sia il Signor èou te. A Dio sia gloria e al popolo, Elia è sfuggita ai re. Questa inspirata poesia fu recitata dall’egregio Goffredo Mameli la sera dei 16 settembre corrente al teatro Cari» Felice di Genova in occasione di una grande accademia a pio della eroica Venezia. (Il Balilla). 24 Settembre. (dalla Gazzetta) I diversi corpi di militi, che presidiano ¡1 Lido, affine di tenersi pronti ed aLli a respingere qualunque tentativo di sbarco, che il nemico potesse fare su quelle spiagge, si esercitarono ieri in una manovra, alla quale tulli presero parte, sotto alla direzione del colonnello Paulucci. La manovra venne eseguila con una prontezza ed una precisione, che augurano benissimo di quello che i bravi militi saprebbero fare col nemico a fronte; se pure è da supporsi, che questo si azzardasse mai a cotanto, coll’ardore di battersi eli’è nella nostra Marina, anelante di mostrare con qualch» fatto luminoso, quanto essa è degna di formare il nucleo delle future foFze nazionali Marittime. Date a Venezia un obolo: Non ha la gran Mendica Che fiotti, ardire ed alighe Perch’è del mar l’amica. Sola fra tante infamie Ella è la nostra gloria. Un’altra turpe istoria, Se questa illustre povera Viene a morir di stento, Udrebbe il mondo intento : Pane chiedea Venezia, E ninno un pan le diè. Dio la difenda e il popolo, Se P han venduta i re. Date a Venezia un obolo Voi che sperate ancora, Che non credete un nugolo Possa offuscar l’aurora. Se i papi e i re convennero In guerra aperta o infinta, E una giornata han vinta, Che cosa è un giorno a un popolo? Quegli che ci ha Iradilo È un masuadier ferito, Che manda ancora un rantolo, Ma moribondo egli è. Nanzi all’Eterno e al popolo Che cosa sono i re ?