266 (lini ed ai saccheggi. La miseria domina da per tutto, e la vile politica di Mettermeli attende con gioia lo scoramento, che accompagna sempre la miseria pubblica. La migrazione lombarda continua. Comprendendovi le doline^ i vecchi ed i fanciulli, si computa un buon mezzo milione di persone fuoruscite in Svizzera e nel Piemonte. Un mese d’occupazione austriaca bastò a rumare la Lombardia ed a ridurre quel povero paese ad una condizione disperata. I prestiti forzati si succedono l’uno all’altro ; e’si riproducono sotto mille forme, imposti dalle autorità militari superiori, od estorti da drappelli isolali di soldatesca; l’imposta prediale del 4849 fu percella; requisizioni considerevoli, commesse a beneplacito dei soldati, aggravano in disastroso modo tal terribile condizione. L’irritazione è al colmo; nelle provincie di Como e di Bergamo avvengono del continuo sanguinosi conflitti fra’contadini e i soldati. Radetzky fece aprire a Milano un teatro; non vi si veggono se non ufficiali e soldati. I Lombardi si fanno ancora grandemente distinguere per queirammirabile spirito di resistenza e d’opposizione passive, di cui avevano dato sì splendidi esempi l’inverno scorso. Non si fuma più, non si gioca più al lotto, benché esso sia stato ripristinato; nessun cittadino frequenta i Caffè e gli altri luoghi pubblici, dove usano i militari. Per punire i Lombardi della loro devozione alla causa dell’indipendenza, i capi d’arte de’cittadini, delle pinacoteche private, sono rolli e distrutti. Si sforzano i padroni delle case ad andar abitare a pigione, perchè nelle stanze loro alloggino i soldati. Questi falli sono disorbitanti, mostruosi. Ed ecco come Radetzky getta un’insolente disfida in faccia alla Francia ed all’Inghilterra! Ecco come la degna spada di Mettermeli comprende, nel secolo XIX, le obbligazioni dell’armistizio e della mediazione! Che cosa attendere da tali uomini e da tali principii ? Che cosa attendere da que’sicarii politici, che crocifiggono a sangue freddo 1111 popolo intero, perch'ei vuol compiere il più sacro dei suoi doveri, quello di con-* quislare la sua indipendenza? Vergogna ed infamia! La Francia, la nobile Francia di febbraio rimarrà ella ancora per lungo tempo spettatrice dell’agonia d’un popolo, affranto sotto la forza brutale di Radetzky, di quell’astioso vecchio di 82 anni, che cerca commozioni regali nei dolori della democrazia italiana? VOCI DEI GIORNALI SULLE COSE D’ITALIA. Leggesi nella Dimoeraiia italiana, in data di Torino 28 settembre-' « Ogni giorno l’inviato della repubblica francese riceve ordine dal suo governo perchè inviti caldamente il gabinetto sardo a prepararsi poderosamente alle armi. Sembra dalle parole del ministero francese, che il g°‘ verno di Francia non confidi di poter durare e tenere in piedi la repubblica in Francia, se non intervenendo colle armi a difesa dei liberal* principii nsH’Italia. »