404 I naviganti esultano ! Questa mattina giunsero nei nostri porli di Malamocco e Lido \\ bastimenti carichi. La maggior parte dei legni da guerra austriaci sono ritirati a Pola. Tulli i loro equipaggi sono malcontenti per esser loro stato trattenuto il quarto della panatica giornaliera. Molli individui già disertarono. La fregata Bellona è ormeggiala a Trieste facendo acqua. Agisca subito energicamente la flotta perchè sieno restituiti alla nostra Venezia. Sono sostanze italiane ! — Nella valigia di Vienna che fu fermata dai nostri a Mestre , si trovò un dispaccio in risposta ad una domanda di Radetzky per soccorsi di truppa. Esso diceva : Non che mandare truppe in Italia, abbiamo bisogno delle vostre qui ; ingegnatevi alla meglio. Milano lo ottobre. Ieri giovedì al teatro Canohiana vi fu serata a benefizio della prima donna d’origine spaguuoia, di cui più non ritengo il nome. Siccome è d’uso gli ufficiali tedeschi, di cui sono zeppi c i palchi e platea le offersero dal palco in proscenio un mazzo di fiori, in cui di-stinguevasi chiaramente la coccarda austriaca, e la brava spaglinola, non solo il rifiutò, ma in seguo di disprezzo il gettò col piede in platea, cd invece gradì e si prese alcuni piccoli mazzolini offertili dagli ufficiali ungaresi nei quali spiccavano i tre colori italiani I Dopo tale alto successe una disputa in teatro Ira ungaresi e tedeschi, in seguito alla quale il figlio del vice-re pensò bene di ritirarsi dal tealro , e farsi accompagnare lino alla villa da 20 granatieri. 28 Ottobre. AL CONTE MARZANI SEDICENTE GOVERNATORE DEL REGNO LOMBARDO-VENETO. Sig.vor Coste ! Nelle poche ore del vostro ignominioso soggiorno a Padova, voi voleste occuparvi di me, ed ai subalterni vostri satelliti avete commesso il mio arresto. La sfera limitata d’azione, eh’ io m’ebbi nella santa causa come Presidente del Comitato di Mirano, non può darmi il merito d’aver procurato una speciale misura del governatore, anzi del plenipotenziario imperiale a mio riguardo, nel qual caso io u’andrei glorioso e superbo. Ned io veggo perciò nell’ordine vostro se non gli effetti del pentimento di non aver potuto vincere nò rintuzzare il civile coraggio dimostratovi nelle lotte ch’ebbi con voi, quando gesuiticamente reggeste Padova in qualità di delegalo. Ma questo pentimento vi punse assai tardi, e voi ben vedete ch’io mi trovo in una terra libera, inespugnabile, dove nè voi nè alcun altro di razza austriaca penetreranno giammai. Ad altro pentimento invece Voi dovete pensare, e seriamente pensarvi, signor Conte; al pentimento della turpe e spergiura vostra condotta. Voi traeste i natali a ltoveredo, nel Tirolo, in Italia. Ed oggi che i valorosi