328 43 Ottobre. {dall’ Indipendente) AGLI ELETTORI DEL COLLEGIO DI CICAGNA. Fratelli, Voi, scegliendo 1’ uomo del popolo che debba difendere ed allargare i voslri diritti, 1’ uomo che vi rappresenti nei desiderii e nell* credenze, gettaste lo sguardo su me. Io non ho che una spada e la mia coscienza; ve le consacro. Io vi amava fin dall’infanzia, udendo la storia dei vostri padri; nel 17-46 avete risposto colia n ita al fiero appello di Genova ; nel 4800, sebbene i vostri ispiratori vi conducessero male, anche nell’ errore mirabilmente gagliardi, vi addimostraste uomini. Ora volete essere uomini nel coraggio, cittadini nel cuore; e la vostra fiducia mi rimerita di lunghe latiche. Perocché la mia fede mi si afforza nell’anima, per cosi dire giurata da un voto popolare; ed io come taie lo accetto. Per esso, e con esso, col grido e col braccio, o fratelli, io vi rappresenterò sempre. Genova 6 ottobre 4847. G. GARIBALDI. È noto come il maresciallo Radetzky, trovate a Cremona dieci bandiere piemontesi, le spedisse a Vienna quali trofei della lotta lombarda. Il ministro della guerra le ha fatte ultimamente esporre ad un balcone del palazzo di corte; ed un giornale di Vienna annunciando tal fatto, si esprime: » Noi rivolgemmo inorridito lo sguardo da quel lugubre spet- » tacolo, che ci rappresentava l’ironicismo della forza brutale...... » La mina degli sforzi degli Italiani per la loro unità è un tragico mo-» mento nella storia. Ma la sventura è sacra; e soltanto barbari popoli » osano far pompa dei trofei dell’infortunio. Bruto diede in mano al car-» nefìce i suoi figli ribelli, quindi si ritirò taciturno nella sua tenda e » pianse: Alessandro tributò onori regali alla madre di Dario. Noi inal-» beriamo le bandiere d’ Italia, che tentò ottenere ciò che in cuor nostro » dobbiamo approvare. « Il dottor Tausenau presidente del club democratico di Vienna nella tornata dell’ 8 settembre tenne un eloquentissimo discorso, a dimostrare come gl’italiani abbiano avuta tutta la ragione di fare la rivoluzione di marzo, per emanciparsi dall’ oppressione dell’ Austria. Narrata la nostra storia di dolore dal 1815 in poi, conchiuse gli Italiani per si lungo soffrire e per la coraggiosa rivoluzione essersi resi degni dell’indipendenza, la loro sconfìtta essere stata una sconfitta della democrazia, un trionfo dell’assolutismo sulla libertà; esser giusto che l’Italia sia libera, la quale sarà degna sorella ed amica alla libera Germania; dovere i democratici tedeschi per obbligo di giustizia e per coerenza di principii adoperarsi a tutta possa perchè sia riconosciuta l’assoluta indipendenza italiana. CONFEDERAZIONE SVIZZERA. Nola del Direttorio al Ministero ini]), austriaco degli affari esteri. Il direttorio federale si trova nell’occasione di chiamare l’attenzione dell’Ecc. V. sopra un affare che interessa tutta la Confederazione e che