167 imperatori ¿"Oriente e dv Occidente, non valgono quello che osò interdire l’accesso del Santuario all’omicida Teodosio. E le più nobili repubbliche italiche, tanto durarono indipendenti e gloriose, quanto venerarono la Libertà sotto il simbolo di Cristo risorto, nel secondo altare de’loro magnifici templi. II despotismo tirannico pose sul collo alla Chiesa quel giogo che impose ai popoli, umiliò con distinzioni Cortigianesche i vescovi e i preti frequentatori delle sale de’principi, anziché dei tugurii del povero e delle chiese di Dio. Di qui sì spesso i testi del vangelo furono torti a piaggiare le tirannidi e a consigliare il servaggio, e mentre al povero è rinfacciato alzar la voce chiedente giustizia, i re bombardano impunemente i popoli e le città, senza trovare un Ambrogio che li allontani daila co-niunion de5 fedeli. Di qui il pastore non è più eletto dal popolo secondo la costituzione primitiva del clero; l’interesse del trono dà l’esclusione ai papi, nomina i vescovi] la polizia approva i parrochi e i preti e strozza il vangelo sulle loro labbra. Sacerdoti di Cristo Redentore, riprendete F antica dignità; fatevi maestri a’ fedeli di quella dottrina che innalzando l’uomo al nobile affetto della patria terrena, si farà scala di questo a que’sacrifizii che lo ren-dano degno della celeste. Chi non è buon cittadino non può essere buon cristiano; chè Funa e l’altra bontà si nutre di carità operosa, di nobili sacrifici]', di sentimenti fraterni, Forse è consiglio di Provvidenza che la presente innovazione d'Italia, non dovesse tanto venirci dagli alti gradi, quanto sorgere dal popolo lungamente oppresso, e dall’umile prete che comunicò a’suoi dolori! Lasciate alle senili ambizioni la sterile omelia e i consigli della paura: voi sorgete col popolo, nati dal popolo, come lui vilipesi, coinè lui magnanimi, veri discepoli del Giusto che fu largo del proprio sangue, non dell’altrui, non per conquistare un trono, ma per liberare l’umanità dal servaggio. Da voi e dal popolo dee sorgere la libertà e l’indipendenza d’Italia : da voi e dal popolo in cui dura perenne tanto la memoria delle antiche glorie, quanto la tradizione dell’avita pietà. 11 elero libero sarà maestro al popolo di libertà; il popolo libero ritroverà nel suo cuore quei tesori d’affetto, che ne*bei tempi d’Italia lasciavano sì splendidi monumenti alla religione. Venezia, 47 settembre 4848. 22 Settembre. (dall> Indipendente) PROCESSO VERBALE DELLA SEDUTA DEL GIORNO 21 TEMUTA DAI LOMBARDI NELLA SALA DEL CIRCOLO ITALIANO IN VENEZIA. Invitati dal sìg; Giuseppe Sirtori i Lombardi residenti in Venezia* numerosi convennero il giorno 24 settembre a mezzogiorno nella sala del Circolo Italiano. La presidenza della seduta fu tenuta dallo stesso signor Sirtori che con brevi parole spiegava all’assemblea lo scopo della