292 Al traffico infame segnato dai vili Rispondasi ad una — facili, fucili! — Fra oppressi e tiranni qual pace si dà? IV. La pace dei morti ! Da nordica verga Vorrete pur sempre percosse le terga ? Vorrete di ferro barbarico gravi Trar l’ore sul turpe giaciglio de’schiavi, Fra i baci e le tresche di compre beltà? V. Vorrete l’infamia del giogo straniero? Gli osceni colori del giallo e del nero? Oh! pria che ci allaghi tant’onda di lutti, Precipiti l’alpe, c’ inghiottano i flutti, Nè il nome d’Italia più s’ oda echeggiar. VI. Su dunque! E sorrisi da nuova fortuna Si giuri l’Italia far libera ed una. Di lède, di sangue, d’affetto, d’avelli Siam tutti fratelli, siam tutti fratelli Noi ch’Alpe circonda, ch’incarcera il mar, VII. Su tutti ! e sull’ orde de’ teutoni lupi Grolliam lè valanghe de’ nostri dirupi ; Si assaltino a fronte, di fianco, alle spalle Un nembo gli avvolga d’ignivome palle, Sia rocca ogni tetto, sia ogn’uomo un guerrier, Vili. E quando con essi sien vani i moschetti Lampeggi la punta de’nostri stilletti : S’afferrili le ronclie, le falci, i picconi ,. . , Ma fuorq i ladroni, ma fuora i ladroni, Si mieta qual biada l’esoso stranier. IX, Sottentri alla mano dai colpi già stanca La manca alla dritta, la dritta alla manca, Se entrambo spossate ricusili la pugna S’uccida col piede, col dente, coll’ugna, Nè un sol fugga al turbo del nostro furor, X, E nosco verranno del rischio consorti Anch’esse le donne sì deboli e forti! Verran cogli amanti, co’ sposi, co’ figli, I baci sien premio de’ corsi perigli ,,,. Fra libere genti sol vive l’amor. XI, Son mille i nemici? più mila? — E che monta? I propri nemici l’Italia non conta.