452 L’Italia sarebbesi mostrata contenta di voi se in mezzo a disagi c febbri, astretti a presidiare sessantaquattro Forti nella Venezia, vi foste limitati a difenderla ; poiché la sua caduta stala sarebbe l'alale all’ indi-pendenza della penisola. L’Italia non esigeva al certo che giovani volontari, da poco avvezzi a trattar le armi, incontrassero soli in campi aperti le truppe di ordinanza nemiche. Nondimeno la Venezia, dove il cannone non ha taciuto mai, desiderando di prendere la iniziativa della guerra che far si debbe all’Austria, indebolita da tante discordie, io mi decisi con soli 1500 di voi, su di un terreno fatto malagevole dall’acque della laguna_, farvi combattere contro oltre duemila Austriaci, resi forti in Fusina e nella città di Mestre da barricate e da numerose artiglierie. Senza il desiderio di dare un impulso efficace alla guerra insurrezionale dell’indipendenza italiana e senza le vostre più volte manifestate brame di far conoscere all’Italia di che sono capaci i suoi figli, sebben nuovi alla guerra, non avrei osato condurvi ad arditissimi assalti. Voi mostraste ch’io a ragione poneva tanta fidanza nel vostro valore, scacciando il nemico da’ luoghi che presidiava^ con la perdila di un trecento morti e feriti, seicento prigionieri, sei bocche da fuoco, cavalli e parecchi attrezzi da guerra. Nelle condizioni in cui ora trovasi la nostra comune madre, l’esempio di un tanto raro fatto d’armi gioverà non poco al conseguimento della nostra indipendenza. Con altro mio ordine del giorno vi farò conoscere il numero de’nostri morti e dei nostri feriti, che non è licve^ ed indicherò con somma cura il nome de’valorosi che più si sono segnalati, affinchè ne vadano orgogliose le madri, le spose, le amanti, i figliuoli di tanti caldi Italiani, cui peserebbe la vila priva di libertà. Il giorno 25 corrente il piroscafo il Pio IX fece una gita di ricognizione lungo la costa dell’Istria tra Rovigno e Salvore; non trovò nessun legno da guerra austriaco, ma soltanto un piroscafo del Lloyd, il quale visto il Pio IX, si cacciò affatto in costa, e ristette alquanto, poi cautamente progredì tenendosi presso ai forti. Nella rada di Pirano vide il vascello e la fregata francesi, quindi calò lungo le rive del Friuli e rientrò nel nostro porto la sera. Scrivono da Vicenza, in data 2G corrente : Tutti i soldati italiani in congedo erano stali richiamati dai Tedeschi; ma quelli, appena n’ebbero sentore, si sottrassero alle indagini del militare e giurarono piuttosto di morire che servire nuovamente sotto l’Austriaco. — A Passano vennero disarmali 400 Croati; da Vicenza ne mandarono altrettanti, ma i Bassa-ne*i si fanno temere in modo, da obbligarli a restarsene fuori del paese. — Il Generale in capo GUGLIELMO PEPE. 28 Ottobre. NOTIZIE DI TERRAFERMA.