451 » Chi può susciti imbarazzi al nemico in casa sua. Falci, forche, » zappe e coltelli, tutto tutto sia in pronto, e si adoperi, si facciano » saltar in aria le polveriere, le caserme si brucino. E cosa santa estir-» pare dalla terra mostri di tal natura. » Voi conoscete ora la sorte, clic i traditori pensano prepararvi; voi saprete regolarvi. Fin qui la disciplina militare, ed il sentimento dell’onore, che ci anima sempre non ammetteva eccessi od offese arbitrarie; se d’ora innanzi avessero a commettersi, di chi sarebbe la colpa? Non siamo già noi, che abbiamo provocato questa lotta all’ultimo sangue, ma noi Faccettiamo. L’l. lt. tenente-maresciallo B. WELDEN. 27 Ottobre. Abbiamo preso MESTRE, FUSINA e i dintorni che sono già in nostro potere; quell’Austriaco che non rimase morto o prigioniero, fuggì col Croato a precipizio. Noi l’inseguiamo. Quell'orda abbietta ed infame fu respinta dalle porle di Venezia. CITTADINI D’ITALIA. Venezia prese l’iniziativa, ogni campana di Borgata e Villaggio ne dia l’annunzio, ogni Tipografia d’Italia ne diffonda l’avviso. CTTADINI D’ITALIA. Venezia suonò già l’ora dell’insurrezione; armatevi tutti di ogni arma; non più tregua, senza commiserazione ammazzate l’Austriaco e l’Austriacante. L’Austriaco, il Croato, l’Austriacante sono cani rabbiosi, bisogna distruggerli. ALL’ARMI ITALIANI. Sorgete in massa, levatevi, ma armati di schioppo, di stili, di coltello, di picche. Finitela una volta coll’Austriaco e trucidatelo anco a tradimento. Veuezia, la madre vostra che ci seconda con tutta la Milizia Italiana, vi dice finalmente FACCIAMO DA NOI. 28 Ottobre. C03IAHD0 IN CIFO DELLE TRIPPE NELLO STATO lfENETO ORDINE DEL GIORNO. DIFENSORI DELLA VENEZIA. Ripeterò a’ nostri compatriotti, che i volontari italiani non sono nè que’ di America, di cui non era soddisfatto Washington, nè i Francesi che Dumouriez scacciava dal suo campo.