433 mente da contadini, la maggior parte proprietarii del campiccllo che coltivavano e della casuccia ora distrutta. Riflettendo alla lingua che parlavano, alla lora posizione geografica, alla propria indole, e forse più di lutto a quell’intimo sentimento che Dio stampa nel cuore di ogni popolo, sentirono di essere Italiani, e si dichiararono Italiani ad onta di un potentissimo esercito austriaco, slanziante a pochi passi, nè anche un tiro di balestra, dal loro confine. Questa fu l’unica loro colpa. Inermi e fidenti nell’innocenza della loro conlessionc, essi guardavano senza paura alle numerose baionette del conte di INugeut; di quell’istesso conte che ora in Ungheria, con si crudele e sanguinosa prolesta, ha dichiarato al colonnello Blomberg di sostenere la nazionalità croata (*), e che qui col (erro, col fuoco e colla rapina ha punito la nazionalità italiana. •— Dalla finestra della mia camera, io ho veduto le fiamme che consumavano questo villaggio, e tutte le sostanze de’suoi poveri abitanti; qui e colà in diversi punti ho veduto contemporaneamente gl’incendii d’altri villaggi, ridotti per la stessa colpa alla slessa deplorabile condizione. Udiva le grida efferate e il briaco urlare dei soldati lanciali al saccheggio. Udiva più dappresso, sotto le mie finestre, i gemiti dei tapini scappali alla strage colla sola vita e coi bambini in collo, e venuti a ricovero nella mia villetta; udiva dalla lor bocca gli orrori di quella notte spaventosa; gli animali rapili, le posero masserizie e le sostanze saccheggiate, il denaro e gli effelti di qualche valore predati, e dalle mani sanguinose del soldato assassino deposti in salvo per intanto a Gorizia, sul Monte di Pietà . . . Monte di Pietà . ! ! che in questa occasione si dimostrò veramente pietoso! Udiva, e in seguito più di cento testimonii me lo hai» ripetuto, i sacerdoti insultati, i sepolcri aperti, contaminate le ossa dei morii o le sante reliquie, gli altari e le immagini mutilale, poste le mani sacrileghe sui vasi sacri. Dimandale a questi poveri contadini, testimonii di quella notle e dei dì susseguenti, e ad una voce vi diranno, che la profanazione e il dileggio furono spinti perfino ad ungersi gli stivali coll’olio santo, perfino a far mangiare ai cavalli le consacrale particole! Io non ho veduto questi ultimi eccessi; ma vedo co’miei occhi le pietre sepolcrali spezzale, sull"altare e sulle sacre immagini le vestigia patenti della mano dei barbari, i rimasugli dei quadri abbruciati, ancora appesi alle pareti del tempio, gli stendardi, i pennoni, che conservano ancora intorno al loro fusto qualche brandello di seta arsiccia uscito dalle vampe. Vedo scoperchiala al sole la stanza dove fu lascialo insepolto Antonio Busetto, un vecchio di sellant’anni, che fu trucidato perchè, essendo sordo, non rispose ai brutali che gli dimandavano denaro. Vedo l’albero, a’cui piedi, molti giorni l’invasione consumò il suo martirio il villico .. . Una mano di soldati volevano forzarlo a bestemmiare il Pontefice. Egli credette dovere di religione d’invece benedirlo: fu spogliato nudo, legato a quel tronco e battuto tante volte sulla bocca quante egli gridava: Viva a Pio IX! finché sotto a quei colpi fu fatto spirare. Mentre scrivo questi (") Noi dobbiamo avere il banatn ed i confini militari per incorporarli al nostro nuovo regno slavo. 1 Tedeschi pertanto devono i i ti rat si verso Nassuu e la Germania, • Vascelli nella Valacchia, e gli Ungheresi nell’Asia, ed a «juclli che non vogliono andartene, troveremo ben noi un luogo. — Parole di Nwgeut al colonnello Hlomlierg. T. iv. 28