250 della seduta di Domenica del Circolo Italiano. — Noi non possiamo ammettere che il discorso tenuto dal sig. Mordini sulla quistione politica, e sull’andamento della gestione governativa, sia la cagione di questa misura di polizia. — Prima di tutto il sig. Mordini parlava a nome di otto persone, e non ne sarebbero state colpite che due, e, fra queste due, l'autore dichiarato dell’indirizzo letto la stessa sera, nel quale suona continua la voce di quella concordia, che deve regnare e regna adesso fra governanti e governali in tutte le questioni d’indipendenza. — In secondo luogo il discorso del sig. Mordini fu tale che 11011 eccedette in modo alcuno i limili più severi delle libera discussione. Certamente vi sarebbe stato a rispondere ad alcune cose dette da lui; ma appunto perchè vi si poteva rispondere, la discussione prorogata alla sera susseguente avrebbe portato la verità nella piena sua luce, e questa avrebbe, come sempre, giovato tanto al popolo quanto al governo. Noi dunque non possiamo credere che il diritto della pacifica associazione e quello della franca discussione sulle pubbliche cose, siano fra noi messi in dubbio; 11011 possiamo credere che l’averci lasciati senza legge limitatrice questi diritti possa nuocere a chi ne fa uso , sottoponendolo ad una sanzione non minacciata e non determinata; non possiamo credere che un governo liberale ed illuminato creda più utile alla propria dignità ed alla propria forza morale lasciare senza risposta le accuse soffocando una discussione intrapresa e non finita di quello che provocarne lo sviluppo più conforme alla logica ed alla verità. Ma se rallontanamento dei signori Mordini e Revere non può spiegarsi con l’atto lealmente, politicamente e moralmente incolpabile del 1.” di ottobre, quale ne sarà stalo il motivo? fu tenuto segreto; almeno per quanto ci venne da molti riferito , e furono negate anche confidenziali spiegazioni. Noi non possiamo lodare epiesto segreto, e temiamo per fermo che non giovi ad alcuno. Non giova al governo , il quale corre il rischio di essere accusalo di atti arbitrar» e capricciosi; rischio che si deve evitare da un potere il quale deve la popolarità di cui gode non solo al suo patriottismo ed al suo diritto nazionale, ma sì anche al suo amore per le libere istituzioni, ed al suo rispetto per la legalità. Non giova poi alle due persone di cui si tratta, le quali, allontanale con tal mistero da lina citlà assediata, sotto l’impero della libertà repubblicana, da un governo nazionale e lodalo, si vedrebbero esposte a sospetti tanto gravi circa il loro carattere, che dovrebbero desiderare piuttosto di veder pubblicala quella qualunque colpa, che avessero commessa. E poiché la vita anteriore di questi due cittadini li colloca nel miglior posto per la stima degl’italiani, è obbligo di stretta giustizia che si allontani dalla loro fama intemerata un sospetto che fosse ingiusto. Come in tutte le altre occasioni più 0 meno simili, noi diciamo anche questa volta : fiat lux. Slarà alla prudenza sciegliere il modo piò acconcio perchè questa luce si faccia: ma è importante, è utile, è necessario che sia latta. E noi confidiamo che lo sarà ; perchè nessuno in simili affari deve vedere una questione di puntiglio ; ma si una questione di lealtà, di giustizia, di concordia, di affetto verso tutti coloro che servirono la patria, e sostennero con Popera e con la parola la causa della libertà,