330 esprime persino la credenza che nel cantone Ticino avvengano arruola« menti, e Tacciatisi pubbliche proposizioni ed eccitamenti contrari all’I. R. Governo, senza che le autorità ticinesi si oppongano a questi latti, le quali all’incontro danno il tacito loro consenso all’impresa dei congiurali. Inoltre nella medesima nota è espressa la minaccia, che, se il Consiglio di Stato non si soddisfaceva alle dimande che si lacevano per riguardo ai rifugiati, il feld-maresciallo Radetzky si vedrebbe posto nella spiacevole necessità di prendere le misure necessarie per la conservazione della pace delle provincie affidate al suo comando militare; le quali misure per intanto sarebbero: 1. l’immediato allontanamento di tutti i ticinesi che dimorano nel regno Lombardo-Veneto; 2. l’interruzione di qualsiasi commercio e relazione fra i due Stati; 3. respingere con tutti i mezzi che sono a sua disposizione qualsiasi invasione potesse essere tentata. Il governo del Ticino apprezzando rettamente la sua posizione, nella sua risposta in data del 2d agosto faceva osservare a S. E. il .feld-maresciallo Radetzky che trattandosi di un oggetto di diritto internazionale, competeva alla Confederazione ed all’ autorità centrale il dare una risposta speciale a ciò che non poteva spettare ad un Cantone isolato. Intanto dicevasi almeno in via di schiarimento preliminare, che nel Cantone Ticino non erano avvenuti arruolamenti, che il governo non aveva avuto notizia di alcuna pubblicazione ostile, e clic i rifugiati ivi venuti dopo essere stati disarmati, erano stati subito avviati nell’interno della Svizzera e nel Piemonte. Simili tranquillizzanti assicurazioni il Direttorio iederale poteva dare nella sua nota del 20 agosto a S. E. l’I. R. inviato straordinario, sig. barone di Kaisersfeld, dopo che l’E. S. erasi trovalo in dovere di comunicare, sotto il 24 del mese stesso, al Direttorio federale la nota del feld-maresciallo Radetzky indirizzala al governo ticinese. Il Direttorio federale non dovette in quella limitarsi alle comunicazioni ricevute dal governo del Cantone Ticino, ma egli potè eziandio fondare le sue asserzioni sopra rapporti che gli erano pervenuti da’suoi commissarii speciali nel Cantone Ticino. Infatti sino dal 13 agosto, l’emigrazione avvenendo già per corpi interi, avea l’alto Direttorio spedito dei commissarii nel Cantone Ticino col mandato di tutelare in generale gl’interessi della Confederazione, e di porger soccorso coi loro consigli al governo del Ticino in que’diffìcili momenti. Ora dai rapporti di questi rappresentanti federali appare precisamente clic le autorità ticinesi hanno fatto tutto che può essere voluto a norma de’priucipii del diritto internazionale e di mia leale politica. In questa attestazione poi devesi mettere tanto maggior fondamento in quanto eh’essa parte da impiegati adatto disinteressali ed imparziali, il di cui interesse non può essere che nel far conoscere al Direttorio federale in modo soddisfacente il vero stato delle cose. Il Direttorio federale deplora a buona ragione che il feld-maresciallo Radetzky abbia creduto di non potersi ritenere soddisfatto degli schiarimenti datigli, e che lo stesso, fondandosi sopra rapporti che sono d’origine molto dubbia, abbia continuato i suoi reclami contro il governo del Cantone Ticino. Dopo più matura considerazione delle relazioni, il Direttorio federale non esita menomamente di dichiarare apertamente a S. E. che i reclami del signor feld-maresciallo Radetzky