477 Alcuni dei nostri , prosi da vergogna per iì grave attentato , vollero accompagnarlo onde porgere testimonianza ai generosi Bolognesi, che il popolo Toscano non entrava per niente in questo fatto deplorabilissimo. Più tardi la deputazione liberata, tornava, con l’onta sul viso, a darci ragguaglio della ingiuria patita. Noi frememmo dell’onta fatta alla civiltà e alla fede toscana , noi non potemmo con equo animo sopportare 1’ oltraggio alla bandiera nazionale italiana, e manifestammo la nostra indignazione. Ci parve il Governatore nostro complice dello inganno, ma conosciuta la sua innocenza lo liberammo dalla custodia in cui noi lo ponevamo. Occupammo le fortezze, prendemmo le armi, e volemmo le munizioni. La Civica , aizzata dai suoi, ci trasse addosso, ci uccise quattro figliuoli, due ce ne ferì; potevamo ridurla in polvere; invece le perdonammo purché tornasse cittadina davvero e bandisse dal suo seno i vili, i servili, redivivi cagnotti della tirannide, obbrobrio del popolo, onta del principe. Poveri, stremi di ogni cosa, rispettammo, come dovevamo la roba altrui , anzi, quantunque la fame ardesse le nostre viscere , a tale che che per disgrazia aveva rovesciato sul terreno copia di danaro , raccogliemmo fino 1’ ultima moneta. Un altro nostro figliuolo, a cui doveva covare in seno la cupidigia della vendetta, per avere avuto 1111 fratello spento di coltello, fu visto coprire del suo corpo un civico e salvarlo dai furore popolare. Ben’ altri fatti potremmo narrare, ma noi non siamo usi a vantarci, e d’altronde abbiamo fatto il nostro dovere. Ora con immenso rammarico udimmo noi infamali come ladri, scellerati e facinorosi da ministri, che certamente non reputavamo capaci di calunnie. Sentiamo le loro ire, e l'animo deliberato a straziarci: sappiamo le infamie contro noi sparse in tutta Toscana , e cittadini, che non seppero muoversi contro il nemico, avventarsi adesso contro noi. Mentre ai volontarii concedevasi prima una lira il giorno , e poi a stento un franco , adesso a chiunque contro i fraterni petti lancerà le palle scellerate si pagheranno due paoli : veramente la egregia impresa merita che la paga si accresca ! Armi si apprestano e soldati : i confini sguarniscon-si : che cosa importa che il Tedesco penetri, purché il ministero ci punisca delle conseguenze della sua colpa, e dei suoi modi privi di civile prudenza e di patria carità ? Dicono che di tanta ira ministeriale sia motivo una dura lezione data dal popolo a un nobile parente di certo ministro. Dove ciò fosse noi dovremmo persuaderci come la professione di liberalismo che i nobili talvolta fanno, è 1111 mantello che copre una cupa libidine di ambizione o qualche altro più malvagio disegno. Ma noi non lo vogliamo credere, e non lo crediamo. No», Toscani fratelli! noi non vogliamo dividerci da voi; sarebbe questa peggio che stoltezza — sarebbe empietà. No , noi non vogliamo separarci dalle sorti toscane né mai lo abbiamo voluto. Toscani! noi siamo calunniati, e noi fidenti ci rimettiamo al vòstro giudizio. Noi dalla commozione nostra abbiamo inteso ricavare cose che tornino in comune beneficio.