84 all’Austriaco sull’altra sponda. E tant’oltre si spinse quest’ordine incredibile contro la legione di Garibaldi, che i signori Cernuschi e Franchi, avendo tentato di trasferirsi a Intra per far compera di una quantità di pane per sostentare i languenti legionarii, venivano posti in arresto, e non rilasciati che dopo una popolare dimostrazione in loro favore. I militi della legione Garibaldi, respingendo un’odiosa accusa che riversava su loro la Gazzetta Piemontese, hanno messo fuori il seguente manifesto ai popoli del Piemonte : POPOLI DEL PIEMONTE. Mentre alcuni volontarii, guidali dall’onorata spada d’uno dei vostri prodi., il generale Garibaldi, tentano gli ultimi sforzi per ottenere ciò che v’ha di più giusto e di più santo per un popolo, la libertà, è dura cosa che molli tra voi, o fratelli piemontesi, ci pensino gente rotta ad ogni maniera di vizii e ci chiamino briganti: dura,, per Dio ! giacché noi giochiamo vita e fortune per render libera e felice la patria nostra. Piemontesi! voi avete veduto le nostre accoglienze, voi avete pure risposto al nome dolcissimo di fratelli, che noi non abbiamo esitato a darvi nella piena della effusione dell’anima nostra, e che ora \i ripetiamo. Perchè assumete ora il linguaggio dell’esoso Tedesco? Come non v’accorgete che l’Austria sola può chiamarci, senza crederlo, briganti, essa, per la quale ogni bandiera innalzata in Italia, ora che la vostra ha ripassato il Ticino, è terrore e morte? — E di che c’incolpate mai? — D’essere infelici forse? Oh! guardatevene, poiché è eloquente nel cielo la lacrima del misero, che torna obbrobrio a chi l’ha fatta spargere qui in terra. — Di essere crudeli? — Ma noi non lo siamo. La vostra Gazzetta diceva l’altrieri fucilati individui, ritornali alle loro case, coi quali abbiamo prima diviso lo scarso pane, che ci era rimasto. Quel generale, che a Montevideo era salutato salvatore, insieme ai suoi compagni, sarà ad 1111 trailo in Italia diventato capo d’una masnada, che non abbia altro line che il saccheggio e la ruba? — Ma no fratelli ! togliete dalle menti vostre tal tristo inganno. — Garibaldi è il padre di molli infelici di Lombardia e di Venezia, che non anelano che alla indipendenza ed al riscatto della loro terra natale; egli è umano, clemente e solo tenibile contro chi osasse tradire la causa nostra. — Fratelli del Piemonte! Noi vi tendiamo le braccia; non rigettate da voi uomini dello stesso vostro paese, che conservano il fuoco sacro della guerra contro lo straniero, e che vi chiamano a parte della santa impresa. — Che se non volete assolutamente ascoltarci, noi giuriamo che non cederemo un palmo del terreno da noi occupato, e che questi luoghi ripeteranno il nostro gemilo di moribondi, non mai il vergognoso lamento dei vinti; e lo giuriamo alla patria, alle mogli, ai figliuoli, al suolo nostro nobilissimo, manomesso orrendamente dallo straniero: no non cederemo; e se umanità è parola da voi intesa, e giustizia non è miserabile giuoco di parole, voi ci dovete soccorrere, ci dovete ascoltare. I MILITI DELLA LEGIONE GARIBALDI.