492 della guerra, conchiude trovar sufficienti gli schiarimenti dati; nell’aspettare trovar più vantaggi che non nel precipitare; e rifiutar quindi la proposta del sig. Itatazzi. Infine è messa ai voti, per priorità, la proposta del deputato Brof-ferio, che ò » la Camera non approva che si attenda l’esito della mediazione per dichiarare la guerra, ed offre il suo concorso al ministero, ov’esso la dichiari « Questa proposta fu rigettata da 122 voti contro 13. Poi fu posta a voti, per titolo pure di priorità, la proposta del deputato Ferraris che, come si disse, fu approvata da 77 voti contro 58. Al risultato della tornata di cui sopra, contribuì moltissimo una congrega preparatoria, che dicesi tenuta dal ministero coi capi degli uffizii, ed alcuni più influenti deputati. Ci assicurano che in quella congrega segreta il ministero comunicasse importanti documenti della mediazione anglo-francese. Pare che il ministero possegga qualche talismano ; non crediamo nè a lui nè ai deputati incantali . . . Vedremo! La visita fatta domenica dal dittatore Cavedalis all’ambulanza dei feriti nella fazione del 27, fu ieri seguila da un’altra non meno degna di nota. Il generale in capo delle truppe del Veneto, Pepe, il capo del suo slato maggiorej colonnello Ulloa, e l’intendente in capo dell’armata, colonnello Marcello, si recarono, tutti e tre in compagnia, a rinnovare il pietoso ufficio, e ad assicurarsi co’proprii occhi che la patria ha preparato un asilo di verace conforto e di lenimento non fittizio ai dolori, animosamente contratti per essa. Non che ne dubitassero : sapevano infatti quali filantropiche persone avevano presedulo all’ erezione di tanti spedali militari, e specialmente delle nuove sale per i feriti in santa Chiara, e con quanto amore ne tengano le redini. La madre più tenera non veglia con cura più assidua al letto de’suoi figliuoli, come que’ medici badano instancabili a raccorre i sorveglienti, a curarne le piaghe e a refocillarli dì ristori e d’ogui maniera di carezze. I tre personaggi voleano godere di presenza questo spettacolo, fecondo di mesta e dolce pietà. Andavano letto per letto, chiedendo i malati del nome, del caso toccato, della ferita. Si rispondeva con un sorriso; pareva uscire dalla voce e dallo sguardo di ognuno : dulce et decorimi prò patria mori. Toccò ai visitanti quello che il giorno prima al Cavedalis, che, avendo seco recato denaro da distribuirsi, non uno ne chiese, e i più stremati di economia solamente accettarono, con modestia decorosa, una qualche moneta. La somma venne consegnata al direttore per essere divisa fra i più bisognosi al momento dell'uscita dall’ambulanza. Il prode Generale, che, imperterrito e ad occhio asciutto, guardò fermo tante fiate sul campo l’aspetto di morte, ieri inondò replicatamente di pianto la faccia. Oh! anche il dolore ha le sue dolcezze, e grandi! Non passeremo in silenzio neppur questo, ed è, che chi avesse assistilo a quella visita, si sarebbe a prova convinto come, per le anime gentili, fuori del campo di battaglia non v’abbia nemici. 31 Ottobre. Gazzetta)