488 Contro questa ambiziosa e moderatissima Dieta, non tardarono a levarsi due altri partiti. Il reazionario, che ha nido nella corte; il democratico, che si solleva nelle città e nelle campagne in nome dei diritti del popolo e della indipendenza delle nazioni. Questo partito è quello che ora trionfa; ed è al popolo trionfante di tutta la Germania sotlo lo stendardo della libertà, che io stendo la mano, e non alla Dieta di Francoforte, e non al gabinetto di Vienna, e non a questa o a quell’altra schiatta dell’Austria o dell’Alemagna, che io vedo promiscuamente confusa fra i vinti e fra i vincitori. Non vi maravigliate dunque, o signori, se io non confido nè nellTo-ghilterra, nè nella Francia, nè nell’Alemagua. Io confido in una sola potenza; in noi. (Grandissimi applausi.) Prima che io termini, lasciate che questo ancora vi rammenti. Vedeste mai 1’ Austria venire ad accordi, accettar patti, consentir mediazioni fuorché dalle armi costretta ! L’ Austria non tratta coi nemici che. dopo esser vinta. E ve ne facciali fede Ulma, Wagrain, Austerlitz e Marengo. Non più mediazione adunque, ma guerra. La miglior sapienza ora è 1’ ardire, la miglior politica ora è apprestarsi a battaglia. Quando 0’ Connell, il grande apostolo della libertà irlandese, sorgeva contro l’oppressione britannica, tre cose, egli diceva, io vi raccomando, o figliuoli dell’Irlanda: agitazione, agitazione e agitazione; ed io pure tre cose vi raccomando, o Italiani: ardimento, ardimento e ardimento. (Grandi, clamorosi e prolungatissimi applausi dalla Camera e da tutte le gallerie.) Cavour (con impeto). — Sig. presidente, domando che si imponga silenzio. Non si può discutere sotto F oppressione delle tribune. (Oh! oh! rumori.) Gioberti (*) dice d’ aver egli pure applaudito perchè tale è F uso di tutti i Parlamenti, perchè non si può imporre freno agli slanci de’sentimenti generosi; e il regolamento doveasi interpretare per ciò che turba la discussione o è volto a disdoro di qualcuno. (Tale incidente ha dato luogo a viva agitazione ne? deputali e nel pubblico.) Molti deputati: Alla questione! alla questione! Ferraris: Io dichiaro innanzi ai miei elettori che la tribuna non è libera, e rinuncio alla parola. (Rumori; il deputato Ferraris ritorna al suo posto.) Dopo alcune parole dei deputati Lanza e Sulis, che non giungono al nostro orecchio, il presidente richiama alla tribuna il deputalo Ferraris. Ferraris, con un lungo discorso prende a confutare la diffidenza che taluni mostrarono verso la Francia e l Inghilterra : osserva che, se esse offrirono la loro mediazione, fu perche vi rinvennero i loro interessi, e che perciò non deve essere considerata come una vana lusinga : svolgendo questo peusiero, conchiude doversene attendere l’esito: imprende quindi a discorrere dell’ opportunità della guerra a cui dobbiamo appigliarci con molta prudenza. Doverci gli ultimi rovesci ammaestrare, che contro un armata qual è 1’ austriaca non è si facil cosa il vincere. Temerità essere (*) La sessione era preseduta dal sig. Demarchi, vicepresidente.