346 die vi era del militare, clic nelle vicinanze della capitale teneva dello posizioni da quella parte. In quanto a Jellacic, i giornali dicono che la sua vanguardia, composta di 2000 uomini di ciurmaglia, fosse già arrivata a vista di Vienna; ma sembra che la discordia ed il malumore abbiano già penetrato nel suo campo, talché egli per sé stesso ispirerebbe poco timore: ma la sua congiunzione con Auesperg presterebbe forza a quest’ultimo, che, eccitato dall’Assemblea ad allontanarsi da Vienna, non volle aderire. La popolazione della città però è mollo esacerbata contro di lui, e l’Assemblea stenta a contenere il suo desiderio di volerlo attaccare. Si continua a dire che gli Ungheresi inseguono Jellacic, ed anzi si soggiunge che essi non passeranno il confine che allorquando l’Assemblca gl’invitasie mediante segnali convenuti, da farsi dalla torre di S. Stefano. In somma tutto sembra ben organizzato per far trionfare la buona causa; ciò non ostante gli amici di questa temono, giacché oggi avremmo potuto avere notizie fino all’44 e ne manchiamo. Anzi il corriere di stamane non portò che lettere da Wiener-Neustadt, dicendo che le comunicazioni fra questa città e la capitale sono interrotte. — Le sarà forse noto il decreto d’amnistia, stato ultimamente emanato per il Lombardo-Veneto. Questo decreto che avrebbe potuto da diversi giorni comparire nella Gas-setta di Milano, non fu inserito da Radetzky nella medesima che il giorno 40, cioè dopo che aveva conosciuto la rivoluzione a Vienna. Il birbante ! ! ! Dalla Francia abbiamo notizie fino al (>, ma nulla di particolare. » NOTIZIE D’UNGHERIA. La Gazzetta di Pesi dell’8 contiene la relazione di uno scontro, avuto dal colonnello ungherese Perczel con un corpo del generale Rolli, appartenente all5 armata di Jellacic, in cui gli Ungheresi fecero 1500 prigionieri. Nella seduta dei rappresentanti, Kossuth montò alla bigoncia e disse come l’entusiasmo del popolo sia tale per difendere il paese, che si può coniare su 500,000 uomini, e che si può ben conoscere la verità di quel proverbio che, chi Dio vuol punire, priva del senno; poiché coll'ultimo manifesto la camarilla diede a sé stessa il colpo mortale^ non essendovi certamente niun ungherese sì paziente da tollerare simile onta. La Gazzetta di Presburgo del 7 conosceva già il movimento di Vienna, e ne traeva i più fausti presagi per la causa ungherese. <15 Ottobre. trxestxitx. Trieste finalmente si è ricordata di essere una città italiana. Chi diserta dai propri fratelli in quest’ epoca in cui DIO chiama le nazioni a separarsi una dall' altra per vivere poi con intimità di rapporti fra loro, è traditore della patria. 1/ Austria, che vuole opporsi a questa legge di DIOj non ama nè amerà mai nessuno de’ così delti suoi figlili Croato, il Magiaro, l’italiano, lo Slavo, il Polacco, tulli i suoi popoli ella disprezza egualmente, facendone altrettanti strumenti di carneficina, perchè si domino a vicenda e il loro spirito nazionale sia cancellato.