410 dei faiti di popolo> e clic marionette e marioncttaro vadano in un mucchio per non mai più ritornare. Padre. Eh via, non tirate le cose alla peggiore interpretazione. Vedrete, giovanotto, clic quando sarà finito l'armistizio . . . Milite. Padre, che cosa vuol dire armistizio? Padre. Vuol dire: le armi stanno. Milite. Sissignore, stanno. Le nostre armi lombarde e i nostri cannoni stanno parte a Lucerna, parte a Torino, parte a Vercelli a far la ruggine: quelle dei generali piemontesi stanno accanto al letto sotto la pipa, quelle dei soldati piemontesi vanno, vanno a Genova e a Livorno per picchiare sui concittadini a tempo debito: alla frontiera del Ticino ci va qualche arma dipinta sulle carrozze per pigliare gli ufficiali tedeschi e condurli a pranzo coi nostri cavallereschi stati-maggiori. Questo armistizio Carlo-Salasco è una pianta rigogliosa come la testa del cervo, ogni settimana gli spunta un corno ... e anderà alto come la scala di Giacobbe. Parate a Carlo Alberto di far guerra ai Tedeschi; in faccia vi dice: sì guerra, guerra! il padre e i figli! alle palle! sino allo sgocciolo del sangue e delle linfe! e quando avete voltato strada, ritorna all'aria favorita del mirontoii: Il reviendra-t-à Pàques ou à la Trinità : e ve la canta sull’organo. Padre. E il coro dei chiaviferi, spallettiferi, ciondoliferi lira i maidici. Milite. Ah, ah, padre, vedo che avete messo l'occhio alle fissure anche voi. Padre. Pur troppo, figliuolo, non c’è mestieri di lente per vedere questi fenomeni di turpitudine che si riproducono ogni giorno intorno a noi. Vedono gli orbi: il male stà in ciò che chi vede non vuol vedere.— lo vedo, ma taccio per non accrescere la disunione. Unione, figliuolo, unione! l’unione fa la forza. Milite. Di tutte le cose buone e sanie si fa uso ed abuso. I Gesuiti abusano del nome di Gesù: i Pirloni di quello di virtù, l’Austria e tuli i governi ipocriti e tirannici biascicano l’amore paterno, la legittimità . . . c via così. Gli uomini timidi e i doppi e servili oggi fanno strapazzo della parola Unione per promuovere la vera disunione e quindi la vergogna e la rovina d’Ilalia. In tutte le rivoluzioni del mondo vi fu sempre disunione, giacché vi fu sempre chi vide la via retta da tenersi per andare allo scopo, c chi traviò gli ignari nelle vie tortuose. Sono sette mesi che coloro, i quali bestemmiano contro i repubblicani, partigiani dell’U-nilà italiana, menano per un labirinto di combinazioni artificiali il povero popolo e strillano Unione! E il popolo andava appresso alle guide per religione di fratellanza, senza fiducia in cuore però, ed ora ha aperto la mano e ha guardato al frullo della sua sommissione; e che si trova in mano? Mosche. Padre. Dite lacrime, giovinotto! derisione! il sangue di migliaia di vittime, mille milioni di danni, uno scorno che riarde la faccia e avvelena il cuore! . . . Milite. Al nome di Dio, lo sente ella pure, buon religioso! Oh dunque ? Abbiamo da unirei nel male coi ciechi, coi pedanti, coi venduti Unione nel bene, la intendo, unione utile alla patria la venero e la prò*