271 Mentre Roma ufficiale trascura i suoi volontarii, Roma popolare li ama e li onora, e con Roma popolare, li ama e li onora tutta Italia, e noi Veneziani siamo chiamati ad attestar la loro gratitudine degli altri fratelli. Vari mesi di consorzio continuò, di comuni sofferenze e di comuni speranze, legarono i volontari degli stali ponlificii a noi, come legarono noi ad essi, nei quali osserviamo la costanza più ferma nel nobile proposito di sostenere questo baluardo dell’italiana indipendenza. Vorressimo che codeste nostre disadorne parole avessero un eco sul Tevere, perchè alcune lettere venute da quella parte ci parvero provare che si stia macchinando qualche cosa a danno di tale invidiabile unione; e si speri di riuscire a far ritornare presso i loro focolari questi animosi campioni dell’indipendenza. Sono arti vecchie adoperate da furbi espertissimi; ma il popolo ha cominciato a conoscerli e non si fida più. Sappiasi dunque a Roma che malgrado gli eccitamenti diretti o indiretti del partito retrogrado, malgrado le promesse di gradi nelle milizie regolari, che si fecero intravedere a chi ritornasse, malgrado le calunnie clic si sparsero Ira i pontificii rispetto al municipalismo che si pretenderebbe dominante a Venezia, malgrado tanti altri mezzi infernali, i volontari pontificii resinilo qui a dividere coi Veneti, coi Lombardi, coi Napoletani la gloria ili conservare all’Italia questa rocca della sua libertà, e sono decisi di non ripartirvi se non per battersi con l’Austriaco, o per imprendere la marcia del trionfo al suono degli inni di gioja. — Così i figli del popolo rigettano ogni solidarietà delle opere dei dottrinari clic siedono al potere. 7 Ottobre. (