327 nemici del popolò c della Corono, questo, quantunque comprensibile, è mollo doloroso; e non si può ascriverlo che all’ignoranza delle cose politiche, ignoranza perdonabile e naturale nel popolano, che deve dedicare il suo tempo a guadagnarsi il pane col sudore della fronte. » A che cosa servirono tutti questi pazzi tentativi di reazione, se non ad altro che a condurre la monarchia all’orlo del precipizio? e se non ci fosse più nessun che la salvasse, chi l’avrebbe precipitata? Noi, costituzionali, ina costituzionali col cuore e non soltanto colle labbra, che volevamo che il patto, stabilito in marzo tra popolo e sovrano, venisse osservato; o voi, che volevate che la Costituzione fosse un casotto di burattini, nel quale le figure visibili di legno sono mosse da mani occulte? Noi eravamo sinceramente attaccati alla forma di governo costituzionale, quando Mettermeli governava, e che ciò era pericoloso; lo eravamo da marzo in poi, quando potevamo esserlo legalmente; lo siamo ancora oggi, benché non occorra forse più tanto il professarlo.....Ci permettiamo ora di mandare una voce libera dalla riva dell’Adria al popolo trionfante di Vienna; se l'anno 1848 ha posto il popolo viennese alla lesta del movimento, e lo lece propugnatore della libertà germanica ed austriaca, sicché Vienna non invidia più a Parigi le pagine più brillanti delle sue rivoluzioni; egli superi il popolo francese coll’essere generoso dopo la vittoria, e mantenendosi netto di quegli eccessi, che insozzano la storia della prima rivoluzione francese. » In quanto a noi, Triestini, riflettiamo bene che non dobbiamo nè possiamo ritardare nò accelerare gli avvenimenti; perciò la più perfetta tranquillità 11011 deve cessare un momento di regnare da noi; la nostra nazionalità ci è garantita da Dio e dalla Costituzione; i diritti del popolo furono consolidati or ora a Vienna; e, qualunque cosa avvenga, sino a tanto che avremo un mare che importi, una via di terra per esportare, le fonti della nostra prosperità non saranno mai inaridite, ed a dispetto d’invidi emuli e di trepidanti sognatori, Trieste sarà ancora invidiata, e si manterrà la fortunata rivale delle altre città maritiime del Mediterraneo e dell’Adriatico. « Una lettera ci dà i seguenti ragguagli di Trieste; » Ieri notte avemmo qui pure una sommossa alla mezzanotte, all’arrivo della posta di Vienna. » 11 popolo staccò i cavalli alla diligenza e la strascinò dal generale Giulay, volendo che egli aprisse i pacchi, ciocché egli non fece. Allora •! popolo strascinò la carrozza al corpo della guardia nazionale. L’ufficiale d’ispezione, dopo brevi momenti, venne a tranquillare il popolo, e dire che le novità di Vienna erano quelle, che già si conoscevano, che la città era sempre in mano del popolo e tranquilla. Allora sorse un grido replicato di Viva l’Italia! Viva la Repubblica! l'iva Vienna! Viva San Marco! Viva gli Ungheresi! Abbasso il Magistrato ! Abbasso il governatore! Per un paio d’ore, durò questo fracasso, e poi il popolo si ritirò. » 11 militare cominciava già a venir fuori dalle caserme; in piazza grande i cannoni erano pronti colla miccia accesa, ma lutto si tranquillò. » Questa notte ne attendiamo una replica; vedremo come finirà.«