426 apparsa in tutta la sua orribile nudità al cospetto delle nazioni, è scesa da un trono insanguinalo ed infranto. Le armi generose delle intere popolazioni guerriere, c il valore dei soldati, hanno reietto l’infame comando del fratricidio; e l’atrocità dell’impero, spezzando la barbara severità della disciplina, ha rivolto le armi contro coloro, che non seppero brandirle, che per l’assassinio dei popoli. Quando, vinta la guerra lombarda, un empio consiglio moveva l’imperatore a suscitare la guerra croato-ungherese perchè l’ungarica indi-pendenza fosse come l'italiana distrutta, l’ebbrezza delle vittorie e il volere dei fatti avevano accecato l’impero e nascosto 1’ abisso, che la germanica democrazia sotlo il piede gli apriva. Le orde croate si avanzavano a Pesi; ma Vienna, Cracovia, Praga restavano senza soldati e una insurrezione era imminente; la rivoluzione s’insinuava nei pochi reggimenti che restavano nella capitale, e di tutte queste cose nnlia traluceva fra le profonde tenebre che cingevano Schònbrunn. A Schònbrunn tacevano anche i presentimenti, che una popolare credenza attribuisce agl’idioti. Immense sono le conseguenze possibili degli avvenimenti di Vienna per tutta l’Europa. Immensi sono i vantaggi, che può trarne il principio delle nazionalità. L’Ungheria vittoriosa s’avanza a disperdere le reliquie dell’armata nemica. L’Italia sola indugia pur anco; e ravvolta nelle interne gare, trascura gl’immensi doni dei fatti propizii. Oh! faccia Iddio che dacché noi dimentichiamo la causa dell’ indipendenza, non ci rendiamo degni delle più atroci sventure. Dalle corrispondenze del Veneto rileviamo che lettere di Vicenza annunziavano nessun militare poter uscire da quella città; tulli gli ufficiali ungheresi colà stanziati avrebbero chiesto la dimissione in massa; ma non sarebbe stata accettata. E accaduto un fatto gravissimo in Verona: sono disertati da quella piazza 000 Ungheresi ed hanno presa la via del Titolo per tornare in patria; con loro, 400 Italiani ed altri li seguiranno. Leggesi nella Gazzetta di Bologna del 49 corrente: Lettere di Ferrara assicurano che gii Austriaci hanno sgombrato anche la sinistra del Po. 25 Ottobre. (dalla Gazzetta) EKSHìaaaB m Milanoj 40 ottobre. La Gazzetta di Milano di sabato annunziava la fucilazione di Domenico Pedroni, detto boffet, imbiancatore. Ora questa nuova vittima, questo voluto reo, non era altro che un povero pazzo, uno dei tanti infelici, ai quali nella nostra città diede volta il cervello, vedendo tornare gli Austriaci. Il pover uomo, ch’era riuscito a conservare presso di sè