4 20 requisizioni , onde furono stremale le nostre fortune , parendoci che il prezzo della redenzione slia soprallullo nel sangue. Bensì dobbiamo ricordare che Venezia ci fu in ogni opera sorella generosa e aiutatrice gagliarda, e divise con noi le glorie e i dolori, inviando i suoi figli ad ingrossare le nostre schiere , sov venendoci di denaro e di armi, mantenendo sul lìbero mare , insieme ad altri italiani , spiegalo e temuto il nazionale vessillo. Che se qualche nube leggiera sorse per alcun trotto a turbare il sereno della concordia, se parve per un istante che Venezia e le sue provincia s’ accomiatassero per avviarsi su diverso sentiero, fu dilTerente modo di giudicare le condizioni italiane, maggiore o minore confidenza in chi prometteva lungo per attendere corto, più o men grave timore di vederci separati dai fratelli lombardi, che rinunciarono alla propria indipendenza per non separarsi da noi , e non altro ; imperciocché quanto all’amore d" Italia e al desiderio intensissimo di farla libera , una e polente , Venezia e le sue provincie erano , sono e saranno concordi. Ma oggi le sorti corrono avverse alla patria comune : le armi italiane giacquero prostrate dal numero e dai tradimenti ; e il torrente dei barbari, rotto ogni argine, invase di nuovo le belle ed infelici contrade. Venezia, mentre Osoppo protesta col tricolore vessillo presso le Alpi tedesche, Venezia sola resiste; ella conserva nel suo inaccessibile seno il sacro fuoco di Vesta, ed unico Governo libero di popolo indipendente può vigorosamente proteggere le proprie sorti e le nostre. Noi ignoriamo quali patti ci proporranno le potenze mediatrici; speriamo che siano onorevoli e giusti, e non sia frutto del comune sagrilicio ad alcuni la libertà, ad altri il servaggio. Ma intanto mentre ogni provincia italiana può avere un Governo che la tuteli, le nostre, ricadute iti servitù, restano esposte alle arti violente od astute dell’Austria. E noi poveri esuli che possiamo per esse ? Noi tolti al bacio delle madri e delle spose , lungi dal domestico focolare , non confortati dalla voce soave dei nostri figliuoli, logorati dal dolore dell’esilio e dell’incertezza. noi non possiamo elevare che una voce, che un grido santificato dalPamor della patria e dalla grandezza della sventura. Ma questo grido di pochi individui liberi (imperciocché quello dei nostri cari è soffocalo dall’Austria) non è che debile suono, se voi uomini preposti degnamente a reggere questa città non lo accogliete e non ve ne fate gl’ interpreti. Sì; noi vi parliamo a nome nostro e dei nostri fratelli, imperciocché abbiamo l’intimo convincimento dì non errare prestando ad essi que’sentimenti onde siamo animati. Noi vi preghiamo in nome dei dolori patiti e dei comuni interessi a prendervi cura delle nostre provincie; a protestare in faccia a Dio c agli uomini contro qualunque alto tendente a ledere la loro italianità, comperala con gravi sacrificii di lagrime, unite a voi da vincoli antichi, viventi della medesima \ita, esse desiderano correre le vostre sorti, e credono che in qualunque futura combinazione politica sia impossibile separarvi senza che non abbiate a perire. E dubitando noi che le provincie lombarde occupate al pari delle nostre dal nemico non siano liberamente rappresentate, preghiamo codesto Governo a provvedere, affinchè i lombardi esuli e oppressi al pari di