443 militari ed una Commissione per fare un nuovo regolamento di servizio sanitario in tempo di guerra; ho pure modificato l’organismo della giustizia militare, provocato una legge sulle ricompense, ed una riforma della legislazione penale militare, e feci ogni sforzo per restituire la disciplina nel primo rigore; i quali sforzi, se non conseguirono interamente l’effetto desiderato, scemarono però in gran parte i disordini. Il ministro accenna pure ai soccorsi delle famiglie dei militari chiamati sotto le armi, e riassumendo il proprio discorso, accenna che 1’ esercito consta ora di 150 mila uomini, vestiti, istruiti ed organizzati, e che vi è promosso con tutto lo zelo lo spirito di ordine e concordia, solto il vessillo della monarchia costituzionale. (Silenzio.) Il deputato Buffa protesta di non volere far alto d’opposizione, lascia in disparte le recriminazioni e i rimproveri, e domanda al ministero se vuol la pace o la guerra. Qualunque impressione possano produrre le mie parole, egli dice, io dichiaro ricisamente che la guerra è da intraprendersi e senza dimora. Ei dimostra come i buoni ulficii della mediazione ci tornino inutili e dannosi; come la guerra sia inevitabile, ed il momento ne sia altamente opportuno. L’Austria non acconsentì alla mediazione clic per guadagnar tempo, per afforzarsi nelle terre riconquistate ; vincitrice, iuebbriata di un trionfo insperato, vorrà ella cedere la più bella gemma dell’ imperiale corona? Ingenuità veramente primitiva sarebbe il crederlo. L’una delle potenze mediatrici, l’Inghilterra, non è di troppo favorevole alla causa italiana; essa non entrò nelle trattative che per impedire l’intervento francese; agli occhi suoi, le cose sono ora ricomposte in Italia; vi fu un tentativo infelice per parte del Piemonte, un’insurrezione per parte del Lombardo-Veneto ; le armi del re di Sardegna furono debellate, la ribellione domata: forza rimase al diritto. Questo almeno è il linguaggio della stampa di Londra, e colà 1’ opinione domina e dirige il governo. Conehiudo, soggiunge l’oratore, che la mediazione non può riuscire a nessun risultato ; dico anzi apertamente che io non ci credetti mai , neppure dal primo giorno che questa parola fu pronunziata ; e se il ministero non avesse dichiarato che ci ha creduto, e che ci crede, io avrei pensato che esso accettasse la mediazione, perchè aveva bisogno di tempo, ma non mai perchè realmente credesse di polcrne venire a buon fine. ( Bravo! bravo! ) Io credo pertanto che in questo momento, se le ragioni da me addotte sono vere, sia necessario che il ministero, se ci ha creduto pel passato, smetta di crederci per l’avvenire ; che sia necessario di disperdere con un soffio questa vana larva, per ridurre la cosa al vero, e dire apertamente alla nazione : essa è inutile ! Ma io dico di più : essa è dannosa. Voi vedete sino a qual punto questa mediazione ci abbia condotti da un mese e più, anzi da due mesi; essa non è ancor giunta a fissare in qual città si faranno le trattattive. ( Risa e romorosi applausi ! ) Se si sono spesi due mesi per cose di lieve momento , credete voi che due mesi basteranno per condurre a termine le trattative? Io credo non basteranno due anni. Egli è chiaro che, se il nostro governo ha