445 dipeso da lui il venire in questa medesima città ove siamo noi, a dettarci la legge; che l’Italia è uu feudo della Germania; e mentre noi gridiamo nazionalità, mentre noi empiamo l'aria di /'iva l'Italia! l’Italia non esiste per la Germania, è un feudo, e deve ubbidirle. E la storia stessa, che ci espose poc’anzi il nemico del parco d’assedio di Peschiera, non è un continuo, un amaro, un vergognoso dileggio contro di noi? Perchè uu nemico viola così apertamente la data fede verso di noi, se non è che egli ci crede un popolo imbelle, incapace di vendicare i nostri diritti ? Io credo che, se voi parlaste all’esercito questo linguaggio e clic egli intendesse che tutte le fatiche patite, che tutto il sangue versato 11011 è riuscito a far sì che gli stranieri ci credessero 1111 popolo d’uomini, io credo che l’esercito 11011 dubiterebbe di rinnovare i miracoli del suo valore per dare una solenne mentita a tutta Europa che ci deride; e credo che ricalcherebbe volonteroso i campi di Lombardia, dove non doveva mietere che allori, e dove, dopo splendide vittorie, trovò la fame, P umiliazione ed i passi amari della fuga. Pertanto, se la mediazione è inutile, se l’intervento è impossibile, si faccia pace 0 guerra. In questi momenti così solenni, da cui può dipendere lutto il destino della nostra patria, io credo che noi dobbiamo parlarci apertamente e senza velo. Pertanto, qualunque sia l’accoglienza che possiate far voi, che possa fare la nazione alle mie parole ( io dico schiettamente il mio avviso ), credo che la guerra sia necessaria. ( Bravo! bravo! da tutta la Camera ). Quando una parte dello stato è occupala dal nemico, si può egli pensare se si debba sì 0 110 far la guerra? Ora, 0 signori, alcune parti di esso sono occupate dal nemico; dunque la guerra è necessaria, è inevitabile. Pensiamo ancora clic la Lombardia ed il Veneto non possono durar lungamente nello stato in cui si trovano; io credo che non ci sia nessuno qui dentro, che non sia persuaso che, durando ancora lungo tempo le condizioni attuali, una rivoluzione è inevitabile. Ebbene, guai a noi ( e quando dico a noi, non intendo il Piemonte solo, ma l’intiera Italia ), guai a noi, se non avesse più luogo la fratellanza dei Lombardi. Soli, e senza il nostro soccorso, essi comincieranno sotto gli auspicii forse di altra bandiera, c allora io credo che non sia bisogno che io vi dica qui quali sciagure possano scaturire a tutta l’Italia! Perdonatemi se non mi lamio sopra questo argomento; mi paiono abbastanza gravi i mali presenti, senza che io mi trattenga più a lungo a parlarvi dei mali possibili in avvenire. Voi sapete abbastanza che, se un movimento della Lombardia avviene senza di noi, se sarà latta sotto im’allra bandiera la guerra, infiniti mali a tutti gli orrori di una guerra civile piomberanno sopra di noi. (Bravo! bravai in generale.) Ilo detto che la guerra è necessaria; aggiungo che ella è opportuna. Panni che, dopo aver espialo le vecchie colpe, la Provvidenza, impietositasi di noi, c’inviti mettendoci innanzi nuove circostanze altrettanto favorevoli che quelle della prima volta. L’Ungheria, che d’ora in poi sarà sorella d’Italia, ci ha dato l’esempio 0 spianata la via; essa ha sconfitto l’esercito croato.