374 glia, ci aspetta, ci reclama, o salvatori, o martiri. Voi, o conciltadiui, sotto l’ auspicio di questi austeri sentimenti, aprite la vostra ragunanz:i, salutala con tanta aspettazione da tutti quelli, che sperano e che soffrono. Le opere vostre diranno se l’essere voi qui, mentre il paese nostro è disertato dalla rabbia nemica, sia merito o colpa; diranno se voi siete profughi pei consigli della paura, per la rapidità dei subiti casi, o per deliberata devozione alla causa della patria e della libertà. il giornale tedesco del Lloyd austriaco porta per esteso il seguente manifesto, inviato dall’imperatore al ministro Krauss, all’alto della sua partenza dalla capitale. Esso è del seguente tenore: » Io ho cercato di soddisfare a tutti i desiderii de’ miei popoli. Quella bontà e fiducia, che un monarca può dimostrare ai suoi popoli, io le ho esaurite con gioia, e ho cercato, mediante la Costituzione, di accrescere l’indipendenza, la forza ed il benessere. Quantunque gli alti violenti del 15 maggio mi avessero costretto ad abbandonare il palazzo dei miei padri, pure io non mi stancai di dare e concedere. Venne convocata una Dieta sulla più ampia base del diritto di elezione, onde abbozzare, d’accordo con me, la Costituzione. Io ritornai nella capitale senza richiedere alcuna garantia, tranne il sentimento del diritto e la riconoscenza dei miei popoli. Ma un picco! numero di traviali minaccia di annientare la speranza d’ ogni amico della patria. L’anarchia fece il suo estremo. Vienna è riempita di uccisioni c d’incendii. Il mio ministro della guerra, cui già la sua canizie avrebbe dovuto tutelare, lini nelle mani di turbe omicide. Io mi lido in Dio e nel mio buon diritto, e abbandono la capitale per recare soccorso al popolo oppresso. Chi ama l’Austria, chi ama la .libertà, si schieri intorno al suo imperatore. « 4 i) Ottobre. (dall’ Indipendente) ITALICHE. Firenze, i2 ottobre. Sappiamo che è stata diretta ai parrochi della diocesi una circolare di monsignore arcivescovo di Firenze, in cui s’impone foro di far cessaro con ogni mezzo, e soprattutto per mezzo delia confessione, le parole ingiuriose alla persona di Pio IX. Sappiamo egualmente che diversi parrochi si riguardano non obbligati in alcun modo a dare ascolto a siffatta ingiunzione, e a volgere ai loro popolani li ammonimenti contenuti nella circolare. Essi av\ertono molto giustamente che Pio IX ha errato, non come pontefice, ma come principe; che il popolo parla di Pio IX e lo biasima come principe e non come pontefice : che quindi essi, nel loro ministero, non debbono occuparsi di giudizii portali sulla politica del capo di uno stato, ma debbono unicamente difendere e tutelare il rispetto dovuto al pontefice come capo della Chiesa. Ed aggiungono, con molta opportunità, che un gran numero di coloro i quali oggi si mostrano tanto zelanti di Pio IX, disertore della causa italiana, altra volta imponevano le preghiere alle monache affinchè si convertisse, quando sembrava innalzare il vessillo della indipendenza e della libertà italiana.