370 sinistra; nel qual caso, l’opposizione viennese avrebbe vittoria. Il partito democratico di Vienna, se non aumenta di numero, aumenta d’ordine, di disciplina, di entusiasmo. A Berlino, un ordine del giorno di Wrangel, fatto comandante in capo delle milizie prussiane in quelle provincie, cagionò un grande malcontento. Vi si riconobbe il disegno del re di volere opporsi al partito liberale e democratico e questo a porsi tanto più in guardia ed ordinarsi. Un tentativo probabile di reazione potrebbe mettere in ¡scompiglio sanguinoso Berlino e tutto il reame. Riunioni popolari numerosissime vi si succedono l’una l’altra ogni giorno. In una di queste, che vi si tenne il 24 settembre al fine di riconciliare gli stanziali col popolo, alcuni di quelli dissero altamente che saprebbero difendere le libertà, delie quali, tornati che fossero in seno delle famiglie, compito il tempo del servire, intendevano anch’essi di godere. E i volontarii andati alla guerra contro lo Schleswig, appiccarono agli angoli di Berlino un avviso di questo tenore al Wrangel: Generale, sotto la vostra condotta abbiamo imparato a combattere anche pochi contro molli, e vincere. Ciò non dimenticheremo, quando si tratterà di difendere le nostre franchigie politiche. Dove più e dove meno adunque tutta Germania è agitata dai due partiti; e i suoi governi sono abbastanza occupati a sostenersi al di dentro, per non tenersi in riguardi verso l’Italia, e appoggiar di gran cuore le pretensioni dell’Austria. S’aggiunga a ciò che all’Assemblea centrale germanica il partito austriaco 11011 pare predominante. La maggioranza di quel Parlamento non ha certo nè inclinazione, nè interesse a mantener forte l’Austria; anzi, benché noi dica, non le dispiacerebbe molto di vederla alquanto indebolita^ purché ciò avvenisse in modo che non si compromettessero gl’interessi della Confederazione, nel modo che quei deputati gl’inlendono. Intanto, per indecisa che paia in questo momento la politica francese, noi crediamo che le sue armi verrebbero in aiuto alla nuova insurrezione italiana. I doveri, come gl’interessi della repubblica, la volgono inevitabilmente in questo senso. Ella non prenderà l’iniziativa della guerra, ma ci seguirà. Nè è da temersi che, se la Francia intervenisse in nostro favore contro FAustria, l’Aiemagna moverebbe guerra alla Francia. Perchè la guerra consoliderebbe il poter centrale, e darebbe vita e nerbo alla Confederazione; il che non garba ai principi tedeschi. Perchè, rimosse le truppe germaniche, rialzerebbe la testa il partito repubblicano, compresso, ma non vinto. Perchè la guerra tornerebbe a favore e possanza dell’Austria, il che non piace alla Prussia, nè al poter centrale. Noi crediamo di non errare dicendo che, alla ripresa delle ostilità in Italia, l’Inghilterra, alla più trista, si rimarrebbe neutrale. Dimodoché la Russia soia verrebbe forse a sostegno dell’Austria. Ma la Russia ha anch’ella da fare co’suoi insorti del Caucaso^ e con la Polonia sempre fremente e preparata, ogni momento, ad insorgere. Ragguagliata pertanto ogni cosa, i tempi non possono volgere più favorevoli alla guerra italiana. Se noi siam forti e uniti, tutto annunzia la probabilità del successo. Cosi si fosse confermata la nuova, recataci