97 si sarebbe levato un grido universale di disapprovazione; un grido, che avrebbe terribilmente punito il ministro della sua audacia. » Rappresentanti delia Dieta nazionale austriaca, aprite gli occhi dinanzi all’abisso, che vi sta spalancato dinanzi! Non vedete com’è irrisoria la Costituzione, che vi lu data dal vostro padre e sovrano? Non comprendete come tutta la potenza dell’impero si fonda contro natura sull’antagonismo delle nazionalità? Che oggi si vuole schiacciare la nazionalità italiana, per ¡schiacciare domani la boema, indi l’ungherese, la polacca, per porle tutte sotto i piedi e gittare le basi del potere assoluto? Datevi piuttosto la mano con fratellevole accordo, per rendere l’indipendenza a ciascun paese, che Dio ha assegnato ad ogni popolo che parla il medesimo linguaggio. Senza di ciò, verrà giorno in cui l’asluzia e la forza brutale vi condurranno a certa ruma. »> L’indignazione, da cui eravamo compresi, avrà per avventura pittato un po’ di disordine in queste nostre parole. Sì, sentivamo fatica a contenerci; ma abbiamo volulo alzare la nostra voce, e subito, per dire in faccia all’Europa che non si sorprende di questa maniera impunemente la pubblica opinione. » UN LOMBARDO. « VOCI DE’ GIORNALI SULLA QUESTIONE ITALIANA. Il 2 ebbe luogo una conferenza fra il capo del potere eseculiso, l’ambasciatore d’Inghilterra, Giulio Bastide ed altre persone ragguardevoli ed influenti. Si assicura che il generale Cavaignac dichiarò di nuovo che la Francia desidera la pace, che attenderebbe con generosa longanimità la risposta del governo austriaco, ma che non poteva nè transigere nè retrocedere in verun modo, e che erano già stale prese tutte le disposizioni per far rispettare l’onore della repubblica. Essa non desidera turbare la pace d’Europa; ma in qualunque maniera vuol mantenere la sua promessa, nè dimenticherà giammai il principio, da lei proclamato, dell’indipendenza della nazionalità italiana. 13 Settembre. {dall1 Imparziale) Diamo qui la chiusa originale di una lettera diretta addi 5 corrente dal generale Della Marmora al tenente maresciallo tFelden, nell’annunciargli lo sgombramento di Venezia dalle forse piemontesij onde sia maggiormente conosciuto Vanimo veramente italiano di quel generale. — » .... J’ai donc motif de penser, que je ne puis d’avantage mettre obstacle à l’exécution des articles de la convention qui regardent le parc d’artillerie laissé par nos troupes à Peschiera, et que l’on reconnaîtra que si j’ai tardé à évacuer Venise, ce retard n’a été produit que par des causes indépendantes de la volonté d’un officier d’honneur, placé dans une position delicate. » Les conditions étant donc complètement remplies de nôtre part, T. 1Y. 7