283 non cambiano, sia che se ne faccia applicazione tra popoli e popoli, o Ira privato e privato: l'Austria a quest’ora ha deciso; se è per la guerra, ninna mediazione le farà sgombrare la Lombardia; se per la pace, ninna minaccia per parte nostra le farà varcare il Ticino. » L’incertezza è lo stalo peggiore di tutti; le mezze misure non riparano a nulla, accrescono anzi le difficoltà: bisogna che il governo abbia il coraggio della propria opinione, e questa egli deve proclamare altamente. Egli, lo ripeto, è posto a duro cimento. Ma le potenze mediatrici sappiano che, tra una crisi interna che potrebbe involgere la rovina dello stato, e la rottura dell’armistizio ( previo il diffidamento suaccennato ), e l’occupazione dei ducati, il governo non può esitare. Questa pruova gli è imposta dalla più assoluta necessità, ed esse non ignorano che ci vuol molto minor corraggio a varcare nell’ottobre i coniini di Parma, clic non ce ne volle a varcare il Ticino nel passalo aprile. » Abbiamo lettere di Parigi, in data del 27 settembre, secondo le quali rincaricato di affari Austriaco residente a Parigi avrebbe dichiaralo da parte del suo governo al ministro degli affari esteri Baslide, essere intenzione del ministero viennese volere riprendere Venezia, a senso del ministero austriaco non compresa nell’armistizio. Al che il ministero francese avrebbe risposto, che ogni tentativo di questo genere verrebbe considerato dal governo della repubblica caso di guerra. Ecco la risposta del Guerrazzi alla lettera di Vincenzo Gioberti, con cui questi lo invitava al Congresso federativo, che oggi stesso dee aprirsi in Torino. » Ebbi la onorata sua lettera, la quale ni" invitava ìj Tolone pel giorno IO ottobre. Mentre un simile invilo mi lusinga assai? p mo^tpa tenermi in pregio più di quello che sento meritarmi, nonostante coijcecli che colla mia schiettezza le riveli intero il mio concetto, Che jo venepf altamente il suo ingegno, non fa mestieri dirlo; che Jodj |1 suo carattere ed il suo amore patrio, nemmeno. Però nelle umane dissertazioni, comunque due persone si riveriscano ed amino, è loro concesso professare opinioni diverse. Certo, noi non possiamo procedere discordi nel %e ultimo di procurare alla patria nostra la libertà e l’indipendenza, ina sì piuttosto iutorno ai mezzi ed intorno alle persone. Ella, chiarissimo signore, predicò come immenso bene alle piaghe della nostra patria infelice avesse * derivare dal papato, e F apparizione di un Papa onesto parve per un •'lomento darle ragione; ma a lunga prova il senno politico del Machia-vello noi conoscemmo avere penetrato più perfettamente la ragione delle cose, c vedemmo quello che ormai non sarà più evocalo in dubbio, cioè 9 Ottobre. {dall’ Indipendente) PARIGI, 27 settembre. 10 Ottobre. Chiarissimo signore.