48 vunque siano, si tengono in una atmosfera tutta loro propria; e se defilo subire t’influenza della pubblica opinione, questa sarà sempre l’opinione pubblica europea, e non quella del paese particolare che serve loro ili residenza. E qui noi dobbiamo ripetere una domanda fatta altre volte nel nostro giornale, non perchè crediamo che sia ancora il nostro governo in grado di darci una soddisfacente risposta, ma perchè si sappia che questa risposta a suo tempo si attende con ansietà. Alle conferenze che si terranno chi sarà il rappresentante della Venezia e della Lombardia, incaricalo di sostenere i diritti nostri, e di esaminare le condizioni alle quali la nostra indipendenza e la nostra libertà sarebbe riconosciuta? — Se la patriottica proposta del consiglio dei deputati di Roma, di legar fra loro con continue comunicazioni i varii parlamenti italiani avesse potuto ridursi ad allo; allora sarebbe slato possibile che nelle conferenze diplomatiche fosse intervenuto qualche rappresentante di tutta Italia, che godesse la confidenza dei rappresentanti di tutta la nazione, e che degli interessi generali della medesima prendesse ufficialmente la tutela. — Ma se questa non è possibile, bisogna che ci siano delle rappresentanze di tutte le varie parti d’Italia. E come re Carlo Alberto ne manda a nome del Piemonte e della Liguria, come il Papa e il Gran-duca di Toscana ne inviano per li rispettivi stali ; così i governi popolari di Venezia e della Lombardia devono spedire chi parlò per conio dei popoli di queste due provincie, le quali più immediatamente delle altre sono in guerra con l’Austria. Questo voto della pubblica opinione che è vivo quanto è giustissimo, deve essere soddisfatto. Noi siamo sicuri che i nostri governanti faranno anche per tale scopo ogni loro polere; ma se per ipotesi improbabile non vi potessero riuscire, bisognerebbe che il fatto fosse pubblicato subito subito, affinchè il popolo italiano venisse avvertito della esclusione dei rappresentanti di lui dalle conferenze diplomatiche, della impossibilità che la voce sua si ascoltasse dalle potenze mediatrici, e vedesse in tale esclusione, in tale impossibilità, il preludio di qualche altra ingiustizia. Allo scopo che si desidera fosse avverato gioverà senza dubbio in Parigi la presenza di Nicolò Tommaseo, in cui al carattere ufficiale si aggiungono la forza dell’eloquenza, la fama dell’ingegno e del cuore, dei brillantissimi antecedenti. Parrebbe che fosse utile spedirsi altra persona anche a Londra, con missione di perorare anche presso quel potente gabinetto la nostra causa, e di rappresentargli piena ed intiera la verità dei fatti, e la giustizia delle nostre domande. Come abbiamo accennato più sopra, l’Austria dichiara di disporre la cessazione delle ostilità. Fatta questa dichiarazione, mentre dura tuttavia il troppo famoso armistizio Salasco, le ostilità non potrebbero farsi cessare col Piemonte, col quale sono cessate: sembra dunque che si voglia parlar unicamente di Venezia e della colonna Garibaldi. — Se così è, bisognerà che il Governo nostro e il comitato insurrezionale della Lombardia facciano conoscere la loro intenzione sui modo di condursi in tali circostanze; affinchè siano salvi gl'interessi della difesa futura, c il decoro della condizione presente.