164 secoli avea stesa la sua tirannide; vide l’Inghilterra non senza gelosia che l'Italia slava per diventare una potenza; quindi l'Austria ed Inghilterra presero tosto a minacciarvi con note diplomatiche, e a lusingarvi con promesse. Voi temeste delle minacce che accennavano alla perdita del Piemonte; voi accoglieste le promesse che riguardavano un aumento di regno; a perciò fin d’allora, dicono, sottoscriveste un occulto trattato con Radet-zky. Da quel momento più non fuvvi clic un’apparenza (li guerra; i vostri soldati erano condotti al fuoco nemico colla certezza di perdere; e voi vi dirigevate a Milano non per difenderla, ma per darla in mano all’austriaco secondo i patti seco lui precedentemente conclusi. Infatti, mentre volgevate i passi verso quella sciagurata città, altro cammino del tutto opposto prendevano le vostre artiglierie. A giustificare quella vergognosa capitolazione voi dite che soverchiente era il numero degli austriaci, e che la città mancava di viveri; ma asseriscono gli altri non esser ciò vero, perocché il numero de’nemici ascendeva a circa 70 mila uomini, e Milano contava 45 mila sardi, 40 mila lombardi di truppa regolare e 50 mila guardia nazionale, oltre una popolazione, infiammata di sdegno e pronta a morire piuttosto che a cedere. Se il solo popolo di Milano potè inerme cacciar dal suo seno le numerose arrabbiate orde tedesche, sembra bene che difeso da tante truppe avrebbe potuto tener lontano il nemico che stava al di fuori. Rispetto poi alle munizioni ed ai viveri si assicura che la città era vettovagliata per oltre tre mesi, e che di munizioni 11011 v*era difetto, perchè i bastioni e il castello eran guerniti da molli cannoni pei quali stavano in pronto e palle e polvere, e da 45 giorni addietro tutte le milanesi donne stavano occupate a formar cartucce pei fucili. Ora per aggiunta si dà per certo che voi avete promesso a Radetzky di dargli in mano la fortezza d’Alessandria. Se ciò si avverasse, il tradimento vostro più non sarebbe un mistero. Ma io non voglio crederlo ancora; è certo menzogna tutto questo, è nera calunnia: non posso persuadermi che voi pensiate a mantenervi il trono con arti perfide e vili. Quanlunq'ut; Ja orribil voce sia sparsa e da molti creduta, o re, siete ancora in tempo per mostrare all’Europa, che le colpe, di cui vi accusano, furono opera della necessità, e che.il vostro braccio, la vostra vita è sacra all’indi-pendenza e libertà dell’Italia. Ricomponete l’esercito, assoggettatelo a prodi e fidi comandanti, e piombate di nuovo sul barbaro, come fulmine, nè gli dale posa, finché questa sacra terra non veda più l’ombra dello straniero. Così facendo, purgherete il nome vostro dal vitupero che sopra vi scese, e la vostra corona splenderà d’una luce cui non varranno i secoli ad offuscare. Ma se veramente vi foste reso schiavo dell"Austria, se accoppiaste alla viltà il tradimento per far serva la nazione e voi tiranno, badale, o re, che i popoli più non s’ingannano, e che risoluti di volere ad ogni costo la loro emancipazione è già consapevoli della propria forza, sono parati a trabalzar nella polvere non la vostra soltanto, ma quante corone ha F Europa, GIOVANNI JESICII.