488 25 Setiembre. (dalla Gazzetta) Le sentinelle del posto avanzato del l'orle 0 (Eau) furono ieri alle ore 5 e 4/2 poni., atlaecate da un buon numero di tiraglieli austriaci. Le nostre sentinelle corrisposero al fuoco, sostenute da un piccolo rinforzo, spedito in loro soccorso. Ma il numero degli avversari aumentando, i nostri ripararono alla casetta barricata, avamposto del forte 0, e opposero da quella una valida difesa, quantunque I’ attacco si facesse ognor più vivo per nuove forze deU’Austriaco, il quale perù fu costretto a ritirarsi respinto dal cannone del forte. Per parte nostra non si è avuto alcun morto o ferito. PRIMA CONDIZIONE PERCHÈ LA PACE SIA POSSIBILE. Le notizie che corrono per i giornali ed altri indizii più o meno apparenti, fanno presumere a taluno che sia un partilo preso di sacrificare l’Italia all’Austria, sotto pretesto della pace europea. Questo pensiero, su cui, dopo quanto accadde, nessun onest’ uomo potrebbe fermarsi; e che, se penetrasse in molle menti, precipiterebbe lo scoppio d’ un incendio, che si farebbe più tremendo che mai, ha origine dai seguenti fatti e presunzioni : L’asserita dichiarazione dell’Austria, eli’essa non accetta la mediazione delle potenze., se non sulla base dei fatti esistenti, cioè della rioccupazione, per parte sua, delle provincie venete e lombarde, che vorrebbe rendere permanente; i progetti di smembramenti e combinazioni diverse (in ognuna delle quali 1’ Austriaco si manterrebbe su di una parte, più o meno grande, del territorio italiano), che appariscono nei giornali inglesi, i quali si dicono bene informati e di conosciute relazioni colla diplomazia ; il ripetersi tali combinazioni, tutte all’Italia perniciosissime, da molti fogli francesi; il ripeterle freddamente, e senza commenti che facciano vedere il loro dissenso e la loro persuasione, che l’Italia non potrà mai acconciarsi a patti così disonesti ; il parlare che si fa sempre, di trattative fra l’Austria e la Sardegna, senza che dell’Italia e del suo popolo^ e di quello che v’ è più direttamente interessato, si faccia motto; il linguaggio de’ giornali liguro-piemontesi, dei quali apparisce che il governo di là si dispone ad una pace secondo i suoi particolari interessi, quand’ anche non siano salve le ragioni della nazione, dell’ Italia, che non si mosse già per tornare quieta nell’antica servitù dello straniero: questi ed altri più particolari indizii, vanno diffondendo 1’ opinione che la diplomazia stia consumando il nostro sacrifizio. Ma, se è vero che le potenze mediatrici amino e desiderino la pace; se s’interposero per non lasciare sussistere sull’Europa la perpetua minaccia d’una guerra, in cui la potrebbero avvolgere i rivolgimenti italiani (poiché un moto dell’Italia, per la posizione della penisola, se dura, non può che non divenga europeo); se, infine, queste potenze operano con un disegno e non all’avventata in queste cose, non è possibile che pensino a lasciare l’Austria in Italia. Se la diplomazia, nell’ assestamento temporaneo delle politiche diffe-