381 A Milano vi sono 25,000 uomini, dei quali 11,000 sono Ungheresi. Questi danno grave pensiero a Radetzky poiché cominciano a dar segno d’intenzioni orribili!! Figuratesi che Fufficialità ha osato fare una dimostrazione per rimpatriare coi soldati; anzi si dice oggi si presenterà questa domanda firmata da ufficiali e soldati. Dippiùj sono alcuni giorni che gli Ungheresi cercano di fraternizzare colla popolazione, ed ebbero luogo delle scene significantissime: Per esempio, ci dicono: Ah Italiana star nostri fratelli — Aver ben combattuto per Ungaresi, mi ti voler abbracciar, Viva Italiana ! ! ! ! Morte a coò de legn .... Porrà croata, star peggio de bestie — aver cavalo occhi a nostre sorelle, tagliato orecchie, ammassato piccoli fratelli — E a forza di queste grida Radetzky fu costretto ad allontanare tutti i Croati da Milano, — Jeri sera ebbe luogo una dimostrazione significantissima per parte dell’ufficialità ungherese. Al Teatro della Scala essi commossi dagli attuali avvenimenti, per fraternizzare cogli Italiani si diedero a gettare coccarde tricolori alle ballerine. Questo caso fece serrare il teatro prima che finisse il ballo. Genova, 12 ottobre. Abbiamo sott’occhio una lettera di Milano, dalla quale risulta che Radetzky invia a marcia forzata le truppe croate sulla nostra frontiera. All’erta!! -- .ugg-angiir-" i 20 Ottobre. (Dalla Lega Italiana dell’ i 1 ottobre.) Fenesia 9 Ottobre Qual è la situazione presente d’Italia? Debbe ella ancora sperare? Saranno i ceppi o la libertà il frutto de’suoi magnanimi sforzi? — A queste e ad altre simili interrogazioni naturali in questi giorni e che devono essere sulle labbra e nella mente di tutti, io tengo una sola risposta: l’Italia sarà libera. I profeti del male che ad ogni ombra di sciagura c di tradimento intuonano l’elegia del servaggio e dispongono se medesimi e si sforzano di disporre altrui a ripiegare il collo a quel giogo, ch’ossi chiamano inevitabile, dai fatti che si successero in questi pochi mesi in Italia, la chiamano ia quella vece indubitatamente perduta; e così van ragionando: L’Italia s’è mossa stanca oltremodo della tirannide dello straniero, confidente nel suo santo diritto, colla coscienza di un braccio, colla speranza di un’operosa simpatia negli altri popoli generosi: ma l’Italia non ha conosciuto il suo tempo, non ha pensato alla lotta terribile che avrebbe dovuto sostenere coi principii macchiavellici che da così lungo tempo dominano i gabinetti di tutta Europa, i palazzi degli aristocratici, ed il cuore e l’anima di tanti vili cui sola vita è l’orgoglio dei titoli, dei nastri, dei posti, dell’oro mercato colla infame adulazione e colla più nera slealtà. Così, confidente in se stessa, vide un potente aiuto nel tradimento, ed incapace di poter neppur comprendere il male, stette muta nei rovesci