309 potere dittatorio, ha compreso quanto tosse grande la sproporzione tra un cosi alto ufficio e le proprie forze; pure, in quel momento, l’accettazione era imposta come un sacrificio da farsi alla patria, ed egli l'ha compiuto. Nel disimpegnare in appresso le importanti funzioni del Governo, provò col fatto la verità di quanto s’aspettava, e sentì vivo il bisogno di essere sollevato da quelle; ma trattenne un doveroso riguardo il provocare, a tal uopo, la convocazione di codesta Assemblea. Ma ora, che per altri motivi trovasi radunala, non lascia di sottometterle con fiducia la fervida preghiera, che sia accettata la sua rinunzia aH’incarico di membro del Governo provvisorio, e lo si lasci riprendere il suo esclusivo servigio presso la veneta Marina. Venezia, 10 ottobre 1848. LEONE ORAZIANI. Manin sale la bigoncia fra gli applausi, e dice: La modestia dell’ammiraglio Oraziani lo fa ingiusto verso sè medesimo. Ebbi l’onore d’essere con lui, ed attesto che difficilmente si troverebbe persona più atta. Uomo di molti fatti e di poche parole; di un’attività, dirò quasi febbrile, nel-l’operare. Senza di esso molto difficile ci sarebbe il governare. Pregherei perciò l’Assemblea ad insistere perche egli ritiri la sua rinunzia. Bellinato dice che dal silenzio di Oraziani si dee ritenere eh’ egli abbia ritirato la rinunzia. (Applausi.) Oraziani si alza e accenna col capo, ringraziando. 11 presidente: Tutti gli oratori convennero sulla sussistenza del pericolo e sulla necessità che continui la dittatura, e quindi domando che si venga a votazione. Qualche deputato propone che si voli per acclamazione; ma il presidente nota che, attesa l’importanza della deliberazione, non vuoisi prescindere dal regolamento. Quindi il segretario Fare legge la forinola seguente: » L’Assemblea crede sussistente il pericolo, per cui fu sostituita la dittatura il 45 agosto, e però la conferma. « 11 deputato de Giorgi propone di aggiungere alla formula: » nelle stesse persone «; nella quale ammenda convengono altri deputati. Si passa alla votazione della formula con l’ammenda proposta dal deputato de Giorgi; e sopra il numero totale di voti 418, furono affermativi 105 e negativi 45. Proclamato il risultamento della votazione, e prima di passare alla discussione dell’altro tema, jflanin sale in bigoncia: Propongo, ei dice, una deliberazione, che non è nell’ordine del giorno, ma nel cuore di tutti. Invito l’Assemblea a dichiarare che la popolazione e la guarnigione di ^soppo hanno ben meritato della patria, e che la nazione avrà cura dei feriti, degli orfani e delle vedove, e compenserà lutti i danni sofferti. Cosi dimostreremo coi fatti che la nostra non è politica d’isolamento e di municipalismo, nè separiamo la nostra dalla causa italiana; e lo dimostreremo co’fatti, e non con inutili parole. Tale proposta è accolta con grande entusiasmo dall’Assemblea, e per acclamazione approvata. La sessione continua con la discussione del 1.° punto dell’ordine del