310 giorno, cioè della nomina d’un Gomitato, il quale tratti delle cose politiche; punto riserbato ultimo, come apparisce dal ragguaglio inserito ieri. Il deputato Malfatti legge il seguente discorso: Onorevoli deputati! Vi sono alcune combinazioni, che hanno d’uopo di tutela, sebbene sembrino contrarie ai principii che si abbracciano. Sembrerà forse contrario al principio abbracciato dagli unitarii Italiani, ch'io sorga a parlare del diritto della Venezia. Noi abbiamo avuta paura di essere tacciati di municipali, e questa paura nocquc, a mio credere, alla causa nostra e all'altrui. Due sono le diplomazie che si stanno a Ironie; ed è ragionevole che coll’una o coll’altra decise sieno le sorti italiane, e specialmente quelle del lombardo-veneto. La diplomazia la più naturale, quella che avrebbe dovuto fin qui regolare le combinazioni internazionali, sarebbe stata quella dei popoli; ma pur troppo, fino ad ora, fu basata sui diritti dinastici e di conquista. La Venezia aveva due diritti: l’uno esercitabile in faccia alla diplomazia de’popoli, e l’altro al cospetto della diplomazia delle corti, secondo il diritto delle genti lino ad ora riconosciuto. Ove prevalga la diplomazia de’popoli, la sorte dell’Italia intera sarebbe assicurata; e con essa quella della Venezia. Ma se ciò non potesse essere, e che la reazione ci condannasse a nuovi disinganni, Venezia non dovrà proclamare, in faccia al tribunale delle nazioni e de’principi, il proprio diritto di sovranità sopra tutte le terre della Venezia? diritto, che per più secoli ha esercitalo, con un’abnegazione a favore degli stati d’Europa, da cui non ottenne risarcimenti degl’immensi sforzi che fece per difendere con essa l’intero cristianesimo sui mari, sfidando la spada musulmana quand’ era onnipotente ! Nel k luglio in questa sala, tacciai di empio il trattato di Campo-formio, e lo tacciai d’empio, perchè è ingiusto, perchè nè l’una nè l’altra parte contraente aveva diritto di contrattare un territorio indipendente di un governo amico, che aveva conservata una fidente neutralità disarmata. E se il trattato di Campoformio fu illegittimo ed ingiusto, secondo i diritti delle genti, quello del 4815, nella parte che il confermava, era pure ingiusto; e quindi nullo. E divenne ancor più nullo, fin da quando il Belgio, tolto all’Austria per la cessione della Venezia, col concorso dell’Austria stessa non servì più a compensare alcuno stato d’Europa, e fu reso libero ed indipendente. Così, per illazione, da quel momento dichiarare si doveva libera ed indipendente la Venezia, perchè non esisteva nemmeno quella equivalente compensazione, che la combinazione de’trattati del 1815, con un’ingiustizia nuova nella storia, aveva creduto di stabilire. 11 popolo di Venezia non ha mai potuto regolarmente reclamare questo suo diritto, perchè si trovò, sin dalla conchiusione di quel trattato, sempre sotto il dominio straniero; ma ora può farlo, e lo deve, anche per l’interesse dell’Italia intera; dappoiché Venezia ha sempre detto e lo ripeterà, clressa vuole il suo destino comune al resto d’Italia. 11 silenzio della stampa sopra questo suo diritto di dominio lece sì che non si parlasse altro che della Lombardia, e che non si nominasse la Venezia, sebbene la Venezia fosse maggiore, e per popolazione e per territorio, ben tre