370 Callo vi pose la sua spada; adesso, egli può e dee mettere (cosa da mille volte più potente), in nome de’ governi, il bisogno della pace ; in nome de’popoli, i’interesse democratico. Non ha guari, traltavasi di proteggere il Belgio contro il mal volere delle corti assolutiste; oggidì, si tratta dell’Italia. Ad ogni peripezia, lo scotimento è più profondo in Europa; e ad ogni peripezia altresì, F influsso della Francia si estende, o, a meglio dire, la coinunion della condizione spicca vie più. I pregiudizii italiani svanirono dinanzi la necessità; e, non appena i pregiudizii tedeschi saranno bastevolmente diminuiti, è chiaro che la Germania e la Francia cangeranno l’intollerabile stato, a cui è ridotta la nazione polacca. A parlar propriamente, non avrà già fatto un passo F influsso della Francia; ma sì la Germania avrà meglio compreso le condizioni della rinnovazione moderna. Senza dubbio, gl’italiani hanno commesso un fallo enorme, non chiedendo sin dalle prime l’intervento francese. Allora la cosa era facile, il trionfo era sicuro ed anzi poche forze sarebbero bastate, Voler domandare il soccorso della Francia solo nel caso che l’Italia fosse posta fuor di combattimento, era il più falso dei parlili, tanto per la politica, quanto per la guerra. Ma ora le cose si rischiararono: gl’italiani hanno veduto che avevano bisogno della Francia, e la Francia, dal suo canto, comprende quanto mai, che la libertà e l’indipendenza dell’ Italia sono uno de’ suoi primi interessi. Fortunatamente, nella lotta Italiana, Venezia è rimasta libera ed agl’italiani. Ella si trarrà dietro l’indipendenza del Veneto, poiché noi non pensiamo che nessuna mano francese possa consegnare all’Austria le chiavi di Venezia. Turino 42 ottobre. Il parco d’assedio è finalmente di qua dal Po, c una parte già in Alessandria. Le voci di guerra si vanno di giorno in giorno rinforzando, e v’ha chi indica il giorno preciso e imminente (chi dice ¡1 46, chi dice il 20 ottobre ), in cui si debbe rompere l’armistizio, e incominciar di nuovo le ostilità. Però fin adesso vcrun movimento importante di truppe non ha avuto luogo di qua o di là dal Ticino; onde crediamo tali notizie premature, e rispondere più ad un desiderio, divenuto quasi generale, che non al doversi vedere prestamente seguito da efielto. --—sazi o»"— --- Leggesi nella Cassetta di Bolognain dala di Piacenza, 1’ 11 corrente : «...... L’armistizio è finito, e per certo si dà incominciamento alle ostilità in questo luogo. Colla massima premura dagli Austriaci si costruiscono fortini, uno contro la città, ed uno larghissimo e vastissimo alle sponde del Po, intorno alle quali si piantano palizzate. Il ponte dì Brescia fu già dai Tedeschi minato. Qui continuamente ( e ieri sera in ispecie ) si cantano inni in onore di Pio IX e di Carlo Alberto, ed il Tedesco tace; qui, per ordine del re, si sono eletti i deputati alle Camere, di cui due sono I’avv, Gioia e l’avv. Genocchi, uomini di sommo ingegno. Il malcontento è generale per l’incertezza, in clic siamo posti.