40 soit libre, ils désirent aussi 'que la France ne soit pas répubblicaine! Aux armes! en Italie! la victoire est à nous! Nous vous attendons, frères, dans la eittadelle de l’indépendance italienne! Ce sera d’ici, ensemble, que nous crierons: à bas l’absolutisme! Vive l’indépendance des nations et des peuples devenus tous frères! Vive la liberté, l’égalité, la fraternité! Vive la république française! Vive l’Italie son alliée! Du Club Italien résidant à Venise. STORIA EDIFICANTE DELLE MEDIAZIONI IN ITALIA Voi potete, voi dovete dare un grand’ esempio a tutte le nazioni; un esempio nuovo nei fasti della Storia. Dichiarate in modo solenne che intendete dar bando d’ora in avanti alla politica dell’astuzia e della furberia ; che il linguaggio della lealtà e della buona fede è il solo che vi conviene, il solo di cui farete uso; che voi siete convinti non esser più lecito alle nazioni come agli individui di sorprendersi e d’ingannarsi. Assemblea nazionale, maggio 1790. Gli atti del 12 maggio e del 7 giugno 1848 avevano proposta e proclamata la fusione della Lombardia al Piemonte. Le popolazioni venete aderivano allo stesso pensiero. Il nuovo regno dell’Alta Italia si trovava così costituito. All’epoca stessa, entro il mese di giugno, il ministro degli affari esteri in Austria, Wessemberg, proponeva al gabinetto inglese d’accettare la mediazione d’un trattato da concludersi fra il nuovo re costituzionale dell’Alta Italia, e l’impero. Wessemberg credeva a Carlo Alberto tutto il paese compreso fra il Ticino e l’Adige. Il gabinetto inglese rifiutò di trattare su questa base, poiché essa comprometteva l’indipendenza dell’ Italia e lasciava 1111 troppo potente fermento di discordia nel paese. Una pace durevole non era in effetto possibile a tal condizione : la tregua sarebbesi rotta al primo segnale : la pace di Europa si trovava minacciata continuamente. Frattanto il governo francese parlava sempre d’indipendenza italiana, e s’impegnava ad intervenire. Le ostilità continuavano fra gl’ Italiani, e le truppe di Radetzky. I rovesci dei Piemontesi si succedevano il 23, 24, 25 e 26 luglio. Alla nuova dei primi rovesci, e a norma dei diritti che si era riservati, il governo lombardo domandò subito ed officialmeule l’intervenzione francese. Ciò accadeva ai primi d’agosto. Il gabinetto di Torino invocava egualmente l’intervento. 11 ministero francese eludeva, temporeggiava, sofisticava. Chiuso finalmente nelle estreme trinciere di fronte alla doppia domanda d’intervento per parte di Torino e di Milano, il ministero francese si decìde a domandare al gabinetto di S. James se gli permette d’intervenire in Italia.