91 « Era noto a S. M. cd a tutto l'esercito, che torme di Tirolesi tedeschi, di studenti di Vienna, soldati bavaresi e badesi, appoggiati da interi reggimenti austriaci, sussidiati di artiglierie, furono, per lo spazio di tre mesi, combattuti e respinti dai Lombardi, cosicché non riuscirono mai a forzare la frontiera bresciana, nè i passi del Tonale e dello Stelvio. « Nè sgomentaronsi quei Lombardi pel difetto di vestiti, in clima severo, tempestoso, e sopportarono sulle nevi alla serena i disagi, e spesse volte la penuria del vitto. « Il numero dei feriti, e spenti nei diversi combattimenti, sostenuti dai Lombardi, avrebbe dovuto provare al Piemonte, come lo riconobbe S. M. il re, che il sangue nostro compartecipò con generosità all’esperimento della redenzione italiana. « L’evidenza di questi fatti, consumati in presenza dell’esercito non poteva essere ottenebrata che in quel partito, abilmente guidato da mani austriache, per disgiungere i fratelli italiani, che la fusione aveva collegati di cuore e di forze. « Che se alcuno, inesperto nelle cose di guerra, volesse imputare alla Lombardia di avere presentato in linea un esercito di gioventù volontaria da tre mesi, e coscritta da un mese, perciò non agguerrita, non istruita, non disciplinata, sarebbe come se volesse ascrivere a debito dell’esercito piemontese, di non avere avuto in campo uomini provetti in guerra, mentre ciascuno ha pagato quanto poteva il suo debito, nella misura della propria esperienza e delle sue forze. « E nessuno sarà si imprudente per disconoscere il coraggio personale del re e dei principi, che si mostrarono superiori ad ogni pericolo, e talvolta lo sfidarono con temerità. Il generala già comandante l’esercito lombardo T. LECCHI. 11 Settembre. , (dall’Indipendente) Leggiamo nel Popolo, giornale di Siena: Privi di ogni altro mezzo, i rappresentanti il circolo politico Senese si valgono di questo giornale per render di pubblica ragione la replica del Governo provvisorio di Venezia all’ indirizzo ad esso diretto : e da ciò si prende occasione a raccomandare di nuovo e caldamente ai nostri concittadini la causa di questa città italiana che ha forse in sue mani i destini della patria comune. Signore ! I nobili e generosi sensi espressi nell’indirizzo a Venezia di codesto circolo politico Sauese e i caldi eccitamenti a tenere alzato su queste lagune lo stendardo della italiana indipendenza, hanno penetrato l’animo de’miei concittadini, e in nome loro, vi prego, sig. Presidente, di far accettare al circolo i più vivi ringraziamenti. L’affetto che vicendevolmente dimostransi i popoli italiani renderà più sicura 1’ opera del comune riscatto : le sciagure toccate all’ esercito