3 1 Settembre. Amici e Fratelli d’Anni a qualunque Corpo apparteniate, ascoltate le parole d’un uomo libero e franco. Nella vita delle nazioni v’hanno alcuni momenti di sì grave pericolo, di crisi cotanto inaspettate, che nel periodo di esse è tradimento ristarsi muto e tranquillo spettatore senza levare tremenda una voce a scuotere gli animi, perchè sian presti a prevenirne le male augurate conseguenze. Si è divulgato che fra poco per ordine superiore ci verrà imposto di disciogliersi e separarci. Non mi rendo mallevadore di tai detti, che auzi inclino a credere essere una delle solite voci sparse ad arte dai nostri sempre più ostinati, e baldanzosi nemici, non potendo supporre, che l’attuale Ministero, sebbene non goda la pubblica liducia, voglia rendersi colpevole di tale reato ed esordire la sua sublime missione macchiandosi di cotanta infamia. Instrutto però da dolorosa esperienza, che le novelle infauste si avverarono mai sempre, egli è mestieri prepararsi a tal colpo, e rinvenire i mezzi opportuni a sventare simili obbrobriosi progetti. E santo dovere d’ogni leale Cittadino, di ogni zelante amatore della Patria, obbedire riverente alle leggi, che da coloro promulgansi, cui affidammo le nostre sorti, ed ogni nostro potere; giacché altrimenti l’anarchia e la discordia verrebbero ad assidersi ove solo regnar dovrebbe ordine ed unione; e guardimi il Cielo dal farmi fuor di tempo agitatore degli animi e dallo sparger fra voi la mala semenza della ribellione. Ma qualora queste leggi, questi ordini traggano la loro origine da uomini inetti, e apertamente traditori delia Patria, non previo il consenso dei Rappresentanti del Popolo, o se pure, strappato a forza d’urli e grida disperate da una venduta minorità, non in armonia alle esigenze del tempo, ma contrarii del tutto ai bisogni estremi d’Italia ed utili oltremodo al nemico, non devesi di questi tener conto, dispregiarne gli autori non solo, ma chiamarli eziandio a render conto della loro gestione e porli in istato di accusa, siccome mancatori di parola, e rei di leso popolodi lesa libertà : che un patto esiste fra noi ed essi, il quale a noi d’ obbedire impone, ad essi di ben comandare; quelli per i primi rompono la data fede e noi siam francati dal nostro giuramento. Verranno adunque le ordinanze della dissoluzione dei nostri Corpi: ci saranno reiterate volte comunicate, se pure troverassi un uomo cotanto ardimentoso a sobbarcarsi a tanta responsabilità, ma noi non daremo ascolto ad alcuno; ci serberemo ognor più compatti ed uniti, protesteremo innanzi alla Patria, alPItalia tutta, all’Europa intera. Diremo: Costoro in altro tempo men reo del presente fecero appello al nostro coraggio e al nostro affetto di patria e noi volonterosi accettammo l’invito : ci posero a tutela della Santa Bandiera; ci apprestarono i mezzi, sebbene miseri e quasi nulli all’uopo, onde difender quella, vestire, e nutricarsi: ci addimostrarono che Italia quantunque infrante avesse le catene di sua schiavitù e prossima