361 » sono d’avviso, che importi il troncare le segrete negoziazioni diplo-» matiche, e far si che il Governo nostro prenda la iniziativa invitando » pubblicamente gli altri Governi a secondarlo. Io credo che convocare » subito i Rappresentanti della Nazione sia il supremo bisogno per la » salute d’Italia, qualunque sia la città italiana ove debbano i Rappre-» presentanti riunirsi. Se Roma proclamasse la Costituente italiana, se » Torino fosse la città prescelta, ove i Deputati delle città d’Italia fos-» sero invitati ad attuare l’opera proposta da noi, e noi andremmo di » buon grado a Roma e a Torino. Fosse la repubblica di S. Marino che » c’invitasse per trattare degl’interessi comuni al line di assicurare il » trionfo della nostra Nazionalità e Indipendenza, non sarebbe mai una » questione di luogo quella che ci riterrebbe (Applausi.). Ma noi siamo » in Toscana, noi non possiamo gravitare sugli altri Governi come sul » nostro. Il nostro Governo prenda dunque la iniziativa. Egli accolga ed » effettui il concetto della Costituente Italiana. Per ciò fare, ei non ha » bisogno di chiedere il permesso ad alcuno. La Toscana cominci dallo » scegliere i suoi Rappresentanti. Invili gli altri Governi: o seconderanno » o non seconderanno lo invito, e allora i popoli degli altri Stali italiani » se sono maturi per compiere le sorti e il trionfo della Nazionalità ita-» liana, spingeranno i loro Governi, perchè concorrano anch’essi all’opera » iniziata da noi, e ne assicurino il compimento. Intanto mi gode l’ani-» mo di vedere che il vostro movimento, che l’agitazione politica del » popolo Livornese tende ad un fine, ed ha una idea determinata. Noi » sappiamo ciò che si vuole, conosciamo la via per la quale siamo inol-» trati, conosciamo la meta a cui vogliamo arrivare. Se ciò non fosse, » voi ben sapete che i movimenti e le agitazioni senza scopo sono una » delle maggiori disgrazie della civile società. Evviva dunque il popolo » Livornese che si è cosi bene penetrato di questo sentimento. Evviva » l’Italia! » Fragorosi applausi hanno risposto a questo grido di Montanelli, e salutatolo anco una volta con unanime dimostrazione d’affetto, quella popolare adunanza tranquillamente si è sciolta. Firenze, 42 ottobre. Nella Gazzetta di Firenze: « In questa mattina il ministero ha rassegnalo la sua dimissione nelle mani di S. A. R. il Granduca che si è degnata di accettarla, incaricando ad un tempo i ministri dimissionarj di ritenere le loro attribuzioni sino alla nomina dei successori. » Il ministero Capponi si è dimesso : Questo è il secondo ministero che cade sotto il peso della pubblica opinione senza che essa abbia avuto per interprete il parlamento. Noi non ci rivolgeremo al passalo con troppe giuste ma inopportune rampogne: ma guardando all’avvenire alzeremo la voce perché la crisi ministeriale rechi al potere gli uomini dell’avvenire. Noi consideriamo la caduta di questo ministero, come la decisiva rovina del vecchio sistema : nè possiamo supporre che la pubblica cosa sia per essere riposta nelle mani di uomini che non rappresentino interamente l’idea nazionale,