434 resciallo per ottenerne il suo congedo o far causa comune col popolo, non che la fucilazione ed imprigionamento di alcuni suoi capi; i sei milioni di contribuzione violenta e coatta; lo scoraggiamento della truppa rimasta in presidio; tutto ha concorso a far risolvere quella eroica popolazione ad una nuova rivoluzione. Il popolo è padrone di Milano, e avvertito, ha potuto rinvenire le tracce di alcuni punti minati dai Tedeschi e fra questi il Duomo. 25 Ottobre. (dall’Imparziale) B3®38aB a,5i&a>3&K!B. Con dolore leggiamo nella Gazzetta di Ferrara che il forte di Osoppo comandato dal prode lenente-colonnello Zannini ha dovuto capitolare nel giorno 12 corrente. Le persone e le proprietà di ciascuno sono garantite, la guarnigione per la sua coraggiosa e costante difesa uscirà cogli onori di guerra e sarà condotta al confine ; gli ufficiali conserveranno le loro ■spade; è concessa amnistia ai civili che avessero favorito la difesa del forte; e i feriti falli curare, trasportare e mantenere a spese del governo austriaco. Sono questi i principali patti della capitolazione. 11 tenente-colonnello Zannini si attende fra noi. 25 Ottobre. ITALIANI FRATELLI! 11 risorgimento della nostra Nazione, il trionfo della sanla causa, la indipendenza d’Italia sono per noi quando sapremo una volta attuare coll’unione il prodigio delle nostre forze. Questa solenne verità per tanti secoli lagrimata dalle sventure de’nostri Eroi, sempre temuta dalle gelosie delle rivali potenze, convalidala alla durissima prova dell’oppressione e del sangue dalle insultanti inique arti dei nostri tiranni, da noi tutti nel fondo del cuore vivamente sentita, fu tanto compresa dal nostro Circolo, che a manifestarne l’idea, il desiderio, il bisogno volle lino dalla sua prima istituzione intitolarsi Italiano. A tanta misura di bene e a tale altezza di onore aspirando, a voi, Italiani, che da tutte parti della penisola accorreste in questa Venezia, il Circolo rivolge una parola d’invito, una preghiera di unione, una voce di fratellevole amore. PROFUGHI della Venezia e della Lombardia, abbiamo sacro il patto di vincere o di morire con voi: una dev’essere la sorte che ci attende, e ciò un giorno sarà; ma intanto meLtiamo in comune l’ingegno, il consiglio, la speranza, il timore, l’affetto: versate qui dentro i diritti, le grida, i bisogni de’fratelli che gemono infelici e traditi sotto il giogo dell’iniquo invasore : noi pure vogliamo uniti con voi farcene vindici, mallevadori ed interpreti. MILITI VALOROSI, voi qua siete convenuti a deporre sull’altar della Patria quanto avete di più caro sino alla vita: cedete adunque al vivo