406 preponderanza della barbarie sulla civiltà, per sicuramente poler intfncarc alíe promesse ialle in un momento di paura ! Le \ie di Francoforte corrono sangue, e si coprono delle salme dei cittadini ; le vie di Vienna corrono sangue reiteratamente; e chi versa quel sangue, chi accende quelle ire ? La casa d’Absburgo, perchè i priu-cipii liberali non prevalgano, perchè abbiano le baionette a scindere 1 atto della promessa Costituzione ! Non sono dunque le terre dell’Allemagna più risparmiate che le nostre ; non è la guerra dell’Allemagna, che si combatte in Italia; è una famiglia ed i satelliti suoi, che cacciano i Tedeschi ad uccidere gl’ Italiani, per quindi armare gl’ italiani superstiti, e con questi opprimere la crescente libertà d’ Allemagna. Bla su lei sta per cadere il giusto giudizio di Dio ! E già 1’ Ungheria ingannata e delusa a lungo, alzò la tesla e gitlò il guanto di sfida, e l’Unghero, unito all’italiano, pugna evince; e già il popolo di Vienna, stanco di promesse alle quali i ialti sono contrarii, indignato delle frodi usate a suo danno, alzò pur esso la voce e si stringe ai nostri fratelli, e difende eoa essi i suoi diritti, colla fronte alta e col ferro in pugno. E 1’ Ungherese e il Viennese hanno dunque una causa eoa noi; e l’ha tutta la nobile parte dell’Allemagna, eh’è certamente la massima, che noa si associa alla tenebrosa coagrega degli oligarchi. Ormai l’Europa è per sciadersi in due parti: parte di popolo, che vuol salvi i suoi diritti, e per salvezza di questi tende la mauo ai popoli vicini, perchè anche i loro diritti sien salvi; e parte dei despoti e dei satelliti loro, che voleado pur soprastare, s’afi'alieano a porre nuovamente ia sodo il \acillaate loro scanno, fondandone la base nel sangue. Quella pugnerà ad alta fronte, questa coi tradimenti; quella colla forza del proprio diritto, questa nell’ ansia di perdere il male acquistalo. Lolla a corpo a corpo di assalito e di assassino, il cui esito sarà : o tulio salvare, o lutto perdere. E la giusta causa prevarrà, perchè muoiono gli uomini, non i popoli ; c prevarrà taato più presto, quaato più presta sarà 1’ unione e la concordia dei popoli. Viva dunque, novamente viva Trieste,che, ad afiVettare il sospirato giorno della vittoria, alzò essa pure il magico vessillo tricolore, e gridò Viva Italia! Oh sì ! viva quest’ Italia , e risplenda di tulla la luce , che il cielo le ha destinata; viva e sia l'amica dei popoli, lo spavento degli oppressori di quelli. Viva e stenda la mano alla gloriosa Ungheria, alla nobile Allemagna, all’ invitta Elvezia, all’ eroica Polonia, alla Grecia delle rinnovate Termopiii, alla Francia, lavala quattro volte ia un bagno di sangue a rifarsi più bella, ed a quella grande Inghilterra, che, regina dei mari, sta vigilando allenta su quelli, perchè colui, che ad estinguere (se losse possibile) pure il germe della libertà, figlia dell’Evangelio, vuol lottare colla terra e col cielo, e trapianta le intere generazioni come fasci di arbusti, dal classico suolo della Polonia nelle orride lande della Siberia, non abbia a tendere la mano al despotismo morente, e allagare 1’ Europa per lunghi anni ancora dell’ innocente sangue dei popoli, che si vendicano in libertà! IL POPOLO PADOVANO.