241 <*=>- Finì questo vescovado nell’anno 1105, quando sommersa quell’antica isola dal mare per terremoto, la sede si portò a Chioggia. In vicinanza al silo dell’ isola sommersa sorse altra isola, che ritiene ancora l’antico nome. Nel corso dei primi due secoli e mezzo, dalla marittima Venezia si riconosceva per primate o metropolita, dopo il papa, il metropolita di Grado, nè era per anco cattedra in Olivolo o Castello : crescendo tuttavia tempii, chierici e monaci, l’ordinario vescovo di Venezia fu quello di Malamocco, come il più vicino dei vescovi della laguna, e però immediatamente da esso furono dirette le cose ecclesiastiche e sacre. Eraclia o Eraclea fu edificata nelle lagune alle bocche del fiume Piave, verso l’anno 688, dai principali profughi di Uderzo, rovinata che videro la lor patria dal re Rotari longobardo, guidandoli Magno lor vescovo. Questa fu ridotta a desolazione nell’ anno 805 da Obelerio tribuno di Malamocco, in ¡sprezzo della fazione dei dogi Gaibai di là oriondi, e gli abitanti della stessa passarono a Rialto ; ristorata poi mutò nome, e si disse Città nova : incendiata finalmente dalla seconda scorreria degli Unni nell’anno 903, se ne perderono i vestigi : in Eraclea appunto si era trasferita la sede vescovile di Uderzo. Vi sono epistole d’ Innocenzo al patriarca di Grado, nelle quali di Città nuova si fa menzione. Questa è quell’ isola ove e il consesso de’ tribuni, e la concione popolare adunaronsi pria che in Malamocco ; anzi durò essa per qualche tempo sede del dogado. Equilio fu altro castello nelle lagune, fabbricato l’anno 638 dagli agresti di Uderzo, che con le loro famiglie ed armenti, seguendo li principali uderzali fuggiaschi per le armi del re Rotari, non polendo capire nelle mura di Eraclea per la copia di abitatori, fecer capo uniti in questo luogo, che dissero Equilio. Si accrebbe però questa isoletta l’anno 665 degli avanzi di Uderzo, quando lo distrusse 1’ altro re longobardo Grimoaldo. Finalmente, per timor del re francese Pipino, cento famiglie eracliesi e di Equilio si ritirarono in Venezia. L’eccidio di questa isola insieme con Eraclea seguì ai tempi di Berengario ; oggi se ne veggono appena appena poche e grame rovine, e quell’ antico vol. i. 31