472 Noi, Ferdinando I, imperatore costituzionale d’Austria, re d’Ungheria, ecc. ecc., mandiamo un saluto paterno ai nostri fedeli popoli. Turbati al sommo, e seossi nel nostro interno dagli avvenimenti sanguinosi del 5 corrente, che cangiarono la nostra città capitale e residenza di Vienna in un teatro di anarchiche turbolenze, ci vedemmo costretti a trasportare temporariamente la nostra sede nella nostra regia capitale di Olmiitz. Con uguale rammarico sente il nostro cuore la necessità, che si presenta, di dover ricorrere a misure militari per ristabilire l’ordine legale e proteggere quei cittadini, che non presero parte agli orrori della rivolta : però noi vogliamo che, nell’ uso di questi rimedii estremi, a noi estorti, si proceda soltanto quanto è necessario per ristabilire la tranquillità e la sicurezza, per proteggere i nostri fedeli cittadini e mantenere la dignità del nostro trono costituzionale. E nostra volontà ferma ed inalterabile che abbiano a rimanere intatti, in tutta la loro estensione, i diritti e la libertà concessi ai nostri popoli, anche se alcuni malintenzionati o traviati ne fecero abuso: di ciò facciamo mallevadrice la nostra parola imperiale. Vogliamo del pari che le decisioni, già prese dalla Dieta costituente e da noi sanzionate, riguardo alla cessazione del vincolo di sudditanza feudale, al disaggravio e pacificazione d'ogni possesso fondiario, mediante un equo compenso riconosciuto come principio dalla Dieta stessa, abbiano a rimanere in vigore, e vengano pur messe in esecuzione secondo i rescritti già da noi emanati. E ugualmente nostra ferma volontà che abbia a continuare tranquillamente e senza interruzione l’opera della Costituzione, già incominciata dalla Dieta, sulla base di un uguale trattamento di tutti i nostri popoli, sicché in breve abbia ad essere assoggettata alla mia sanzione e possa finalmente avere un prospero compimento. Sarà oggetto delle nostre più sollecite cure di rendere ciò possibile, ed a tal fine conlidiamo nella perspicacia, nel criterio e nella esperimeu-tata lealtà de’fedeli nostri popoli. Data dalla nostra r. capitale di Olmiitz li 19 ottobre 1848. FERDINANDO m. p. (L. S.) ff'essenberg ni. p. Qualora si paragonino le due differenti versioni, vedrassi tosto quali benefìci cangiamenti siano stati introdotti nella seconda, e noi ci congratuliamo coll’Austria intiera, che sia stato rigettato il testo della prima e siasi aperta in vece una via alla conciliazione. Nulladimeno vi sono ancora copiosi esemplari del primo proclama 16 ottobrej che girano specialmente fra l’esercito. Furono attuati i passi necessarii per dichiararlo apocrifo? 29 Ottobre. (dall’ Indipendente) L’iniziativa presa da Venezia e dalle truppe italiane che la difendono, è, come già abbiamo accennato, la miglior risposta possibile al mini-