422 c la derisione gli sforzi nostri, altri finalmente serbarono vituperosa in« dilerenza e neutralità; e tutti quindi contr’operarono vergognosamente alla causa dei popoli, eh’è pur la causa di Dio. Eppure anche questi Preti avrebbero fatto qualche cosa, ned io potrei su di loro gridare la croce. La colpa deriva da più alta sorgente ; ella pesa sulla coscienza dei Superiori Ecclesiastici, dei Vicari Capitolari, e particolarmente dei Vescovi. Io non dubito di a fife r ma re che tutti i Vescovi (tranne (¡nclli, nella cui elezione il gabinetto di Piemia è caduto in errore, ed ai quali Italia intera tributa ossequio e ammirazione) sono Austriaci in carne ed ossa. Nè a ciò provare occorrono molli argomenti. Basti sapere, che il senno, la probità, il valore, la pubblica opinione erano cose secondarie, e si obliteravano anzi nella nomina dei Vescovi. Interessava solo il sapere s’erano devoti alla casa d'Austria, se nei loro scritti e discorsi avessero incensato all"Austriaca tirannide, se nessuna idea liberale abbia mai trasparito dalle loro azioni e parole, se nessuna relazione tenessero con qualsiasi persona ai Governi sospetta. E di tutti questi obbrobriosi titoli per salire all’Episcopato, chi era il giudice supremo? La Polizia. Tutti gli Offici politici di tutti i paesi dove i preconizzati ebbero dimora, seppure brevissima, venivano sentiti colla più scrupolosa indagine, e dal voto pieno e conforme di quegli aborrili ministri del dispotismo dipendeva quasi esclusivamente la scelta. Ed eccomi alla meta, o meglio alla conseguenza delle mie parole. E' dovere dei Governi di destituire tutti i Vescovi che si dimostrarono attivamente o passivamente Austriaci, e porre nelle sedie Vescovili quei venerandi Sacerdoti, qualunque sia la /or condizione, che tanto meritarono della causa Italianae che al caldo amore di patria uniscono in-gegno, virtù. religione. Tuoni la parola del Vescovo dalla sua Cattedrale, e Ecco della santa voce ripercuoterà per tutle le chiese della Diocesi. Apprenderanno allora quei tanti preti, che ancor non lo appresero, come la guerra della Indipendenza Italiana è guerra di religione. Gli Austriaci furono sempre a religione nemici, e la religione profanarono sempre. E non è profanare la religione il volere che i ministri dell’altare siano altrellanli agenti dello spionaggio, satelliti della polizia? non è profanare la religione lo immestarsi del Governo negli affari della Chiesa? non è profanare la religione l’ordinare nelle scuole e perfino in quelle di Diritto e di Morale la dottrina di libri dai santi Concilii riprovali, e dall’anatema colpiti dell'augusta Sede Romana? non è profanare la religione il domandare da essa l'appoggio e il manlo a coprire dispotismo e tirannide? e il togliere la nazionalità ai popoli, P invadere i loro focolari, devastarli, saccheggiarli, sacrificare gl’ innocenti e gl’ inermi, violarne le donne, commettere eccessi e scellcranze senza esempio in nessun tempo di barbarie e d’ignoranza, assalire le case del Signore, spogliarle, distruggerle, por mano sugli arredi, sulle immagini, sui sacri vasi, e servirsene ad usi brutali e nefandi ... e non è tulio questo profanare, schernire e conculcare la religione? Ah sì, quando i popoli si persuaderanno di tutto questo, e dai Preti saranno ammaestrati che la