47 aliasse di mediazione anglo-francese , uno dei ministri d'allora, discorrendo coll’oratore d’Inghilterra, propose come pratica iniziativa di pace una revisione dei capitoli viennesi riguardanti l’Italia da ultimarsi per opera di un congresso europeo. Eccovi come l’idea sostanziale della mediazione e della pace ebbe origine da que’ medesimi uomini a cui si appone il capriccio d’una guerra disperata e impossibile. Ma il programma verbale di chi sottentra in loro scambio era alquanto diverso ; e basterebbe, se non altro, a chiarirvene il sapere che esso escluse sì dal comporre e sì dal far parte deH’ultimo ministero tutti i membri del primo , benché uno di loro per ordine del principe fosse invitato a formarlo. E non si può ncmmen dire che volendo la pace a ogni costo, rinunziando alla chimera del regno italico, ristringendo i modesti desiderii fra i termini del Piemonte, e ponendo la nazionalità italiana sotto la tutela d’un arciduca austriaco o delPimperatore, i nuovi ministri fossero molto teneri delle franchigie costituzionali, se si deve giudicare de’ loro sensi, dalle opere. Imperocché il primo atto che fecero fu l’espressa violazione di quelle ; vietando che un decreto legale dagli antecessori necessario a scaricarli della sindacabilità loro propria nel foglio statuale si pubblicasse. Tali sono, o signori, le ragioni che troncano le nostre speranze e c’inspirano timori gravissimi sull’avvenire. Or qual può essere il rimedio efficace a tanto male? Un solo no veggo, cioè la sapienza del principe. Ma il principe non può usare la sua sapienza, se non conosce il vero, e il dirglielo francamente « rispettosamente è uffizio del popolo e di voi in particolare che siete parte eletta di esso e studiate con tanto amore alla cosa pubblica. Stendete una petizione supplicando al re generoso di comprimere efficacemente le sette che dividono e usurpano lo stato , di concentrare tutto il potere governativo in poche mani’, e di eleggere a tal effetto uomini che uniscano a una consumata prudenza l’audacia e l’energia necessarie in questi tempi e formino un ministero veramente nazionale. Fatte che la domanda sia soscritta da tutti i buoni cittadini della capitala e delle provincie, affinchè rappresenti il parere non solo di una speciale adunanza, ma di tutta la nazione. Carlo Alberto non vorrà certo disprezzare il voto del suo popolo; e voi rendendovene banditori, salverete non solo il Piemonte, l’Italia e le loro indelebili prerogative, ¡ma eziandio la monarchia civile e l’illustre casa che presso di noi la rappresenta, le quali non furono mai costituite in più grave cimento che oggi, poiché debbono eleggere una prossima, inevitabile ruina, o una vita gloriosa, immortale. Le parole del Gioberti interrotte frequentemente da applausi vivissimi e prolungati desiavano nel circolo e nel pubblico un indicibile entusiasmo. Il professor Berti formolava il voto del Circolo con calde e generose parole, e conchiudeva in questi termini : Questo dircorso debbe essere il nostro vangelo politico; il vero programma della nazione : noi dobbiamo scuoterci dall’ignavia e domandare al re un ministero in cui la parola scritta s’accordi coll’orale , e tragga la sua origine non dalle oscure trame diplomatiche, ma dal voto solenne del popolo. È ornai tempo che il governo tenebroso ed incostituzionale ceda il campo al governo risponsabile : è ornai tempo che la nazione T. IT. 2