24 affermava di avere la più piena fiducia in esse, quale poteva essere la sua intenzione se non di rappresentare la stessa commedia anche nel Parlamento c di tranquillizzare su di ciò coloro, che potevano pensarla diversamente da lui intorno l’onore e l’interesse dell’Inghilterra? Ora quando il Re di Piemonte gettò la maschera e l’Ambasciatore Inglese se ne stava come un illuso, e ingannato, che fece Lord Palmerston? Credette egli dover difendere l’onore dell’Inghilterra ? Tacque e siccome nello stesso tempo egli poteva stabilire come un fatto, che per propria colpa dell’ Austria, la Lombardia era per sempre perduta per quella, che il Re però aveva ceduto soltanto ad una malgradita necessità e siccome egli poteva citare documenti del suo discorso i fanatici nell’ Austria e nella Germania, eh' egli, al suo modo, spacciava come i degni e veri rappresentanti di questi paesi, cosi nessuno gli chiese che parlasse. Egli potè adunque tacere e tener nascosto il nobile giuoco. Alcune delle sue dimostrazioni per 1’ Austria avevano il sembiante di compassione e facilitarono l’inganno. Gli Ambasciatori fingevano partecipazione e buoni uffici. Lord Palmerston si fece ringraziare perchè aveva ottenuto dal Re di Sardegna di non far guerra per mare. Lord Ponsonby ne menava gran vanto ma poco dopo una flotta Sarda comparve nel Mare Adriatico, chiuse e minacciò Trieste e Lord Palmerston tacque. I due pretesti di Carlo Alberto, gli parvero pretesti valevoli per violare la parola dell’ Inghilterra. La Germania non chiedeva conto all’Inghilterra della proferita menzogna, ma pur si mosse per Trieste, la quale col suo coraggio, e colla sua fedeltà deluse le speranze di Lord Palmerston e del suo uomo dell' avvenire. Ma quando il corso vittorioso di Carlo Alberto si avverò al Mincio, che fece Lord Palmerston? Egli insinuò la sua mediazione. Questa doveva effettuare in via diplomatica quello che le armi Italiane forse non potevano più ottenere, cioè scacciare dal paese la brava armata di Radetzky per un po’di danaro. Siccome però il Governo Austriaco si fondava sulla base dell’ Indipendenza della Lombardia, Lord Palmerston la fece stornare, giacché egli non aveva bisogno dell’ Indipendenza, ma bensì della dipendenza della Lombardia ed anche del Veneto. Dunque egli si ritirò, e fece come se non volesse lasciarsi indurre d’assumere la mediazione. Frattanto egli maneggiava l’elezione del figlio di Carlo Alberto pel trono della Sicilia, dov’egli abbisognava d’un Lord Alto-Commissario con titolo reale, in parte pegli alti, e bassi scopi dell’Inghilterra, in parte per sommuovere l’Italia meridionale nell’interesse di Carlo Alberto. In mezzo a questi maneggi Radetzky irrompeva col suo brando: il fantasma menzognero svanì, e Carlo Alberto fuggì a Torino: che udiamo d’allora in poi dell’attività di Lord Palmerston? L’Ambasciatore Inglese andò incontro al vincitore, onde porre una buona parola per il suo favorito. Gli Ambasciatori Inglesi di Firenze e Roma, quasi eh’ essi fossero accreditati presso il popolaccio, non presso i Governi, protestarono contro l’avvanzarsi delle truppe Austriache in quei territorii, da cui erano uscite numerose schiere appunto contro queste truppe, senz’alcuna opposizione d’ uno di que’ Ambasciatori, e dove si preparava nuove schiere. Fra il Governo Inglese, e il Francese si tratterebbe d’ Mito intervenzione pacifica