259 le tradizioni secolari che a Venezia lcgavanla, sconobbe le leggi del sangue e del vicinato, e si le’ per denaro tedesca. 11 popolo italiano, o (rateili, vi ringrazia de’ propositi vostri, del vostro ardore invocando battaglia, della vostra gagliarda costanza ne’lunghi tedii dell’ozio marinaresco, al quale vi condannarono; imperocché tutti sanno che salutaste con grida di biasimo le navi napoletane, le quali, deserta la causa patria per obbedire al Borbone, or ora scelleratamente traducevano sotto Messina quegli sgherri che rinnovavano l’opere del Barbarossa — e tutti sanno che se Trieste non è smantellata, a voi non tocca il rimprovero. Or si tenta, o fratelli, ravvolgere voi pure, benché intemerati, nell’infamia dell’armistizio Salaseo, che di faccia al giallo ed al nero coperse i tre colori italiani. E voi compiangete que’ nostri cari che furono vinti sulle pianure lombarde, perchè noi furono che dall’ inganno fraterno, li badate; dopo santissimi indugi, Voi non lasciaste Venezia che per promesse solenni del generale La Marmora, del vostro ammiraglio, e dello stesso governo le quali vi assicuravano compresa nell’ armistizio quella città generosa. Ma già la promessa è violata, e il governo, o bugiardo, o nullo, ha ben altro che fare — vorrebbe, ma invano, trasmutare i soldati di Goito in birri tedeschi con assise italiane per mandarli in Toscana a spargere sangue italiano. Vendicateci voi dell’armistizio Salaseo; vendicate la rotta fede; pulite di nuovo i cannoni, spiegate le vele, chè la coscienza del diritto, 1’ onor nazionale e la giustizia di Dio v’accompagnano. Venezia tradita or vi stende le mani, il popolo intiero d’Italia in voi solamente s’affida, e Genova che vi nomina con orgoglio di madre, ora con ogni alletto di madre vi supplica; abbiate misericordia di lei, dell’onor vostro, della patria! Que’vascelli che al vostro cospetto si rintanavano paurosi nei loro porli, cingono adesso Venezia e v’insultano; l’Austria non serba fede che ai giuramenti custoditi dal cannone; non ha religione che quella dell’intrigo, della menzogna e del sangue! E volgendo le prore inverso Venezia che 1111 vasto congiuramento vuole uccidere per faine, Voi, duci, soldati, marinai, tutti quanti dite al governo che vi spediva: — Siam qui venuti a conquisto d’onore, non d’infamia; a liberare l’Italia, non a consegnarla legata. Noi che sfidiamo l’Oceano, 11011 sapremo forse sfidare una tedesca mentita ? Noi qui combattiamo per la nazione e in nome della nazione; combattiamo per difenderla, non per abbandonarla ; e se ci ordinasse il contrario, ma noi potrebbe, sarebbe un obbligo sacro salvare la patria a qualunque costo. 0 fratelli, in nome delle vostre spose, e delle vostre sorelle, che ' aspettano gloriosi fra le lor braccia, in nome di Venezia e di Geifom, in nome del popolo tutto, intercediamo da Voi vendetta dell’oltraggio da 'oi sofferto. Sia Venezia ed Italia il vostro grido! E salpate, se 11011 avete salpato. Filippo De Bori, Presidente del Circolo Italiano. D. Pellegrini Segretario idem.