-=fr> 249 o3> traslazione della dignità patriarcale grádense alla cattedra di Castello in Venezia, soppresso egualmente l’uno e l'altro di quei due nomi. Se i motivi di questa traslazione si prendono da qualcheduno degli antichi cronisti, ciò si trova assegnato a frequenti discordie giurisdizionali tra i vescovi castellani ed i patriarchi gradensi, ridotti dalla infelice povertà di quel cielo ad abitar in Venezia nella contrada di san Silvestro. Ma se prendonsi dal testo stesso della bolla di Nicolò V, si leggono descritti questi : la splendida dignità della repubblica, e le forze del dominio suo ; la moltitudine e coltura del popolo; la particolar costante devozione de’Veneziani alfa santa sede apostolica ; l’esser già Grado in diritto temporale della repubblica. Il pontefice Nicolò V pertanto con questa bolla al vescovo castellano di Venezia ed a’successori suoi conferì la dignità ed il titolo di patriarca, con tutte le insegne e prerogative in perpetuo, unendovi tutte le dignità, prebende, beneiìzii, dirilti, emolumenti, beni immobili e mobili spettanti al patriarcato di Grado, facendone una sola diocesi e provincia ; in seguito di che, la Chiesa di Grado dovea amministrarsi da uno, o due, o più preli dipendenti dal patriarca di Venezia. Il patriarcato veneziano ha dunque il bel pregio di cominciare da un Lorenzo Giustiniani, che meritò per le eroiche sue virtù di essere innalzato all’ onor degli altari. VOL. i. 32